L’idea di Mario Monti di ricorrere al fondo salva-Stati per rallentare la corsa dello spread in paesi sostanzialmente “virtuosi” come l‘Italia? Non sembra convincere affatto l‘Unione europea. A bocciare la soluzione proposta dal Professore è stato ieri Amadeu Altafaj, portavoce del vicepresidente della Commissione Ue, Olli Rehn, che ha spiegato di considerare il piano anti-spread un semplice palliativo.
Paracetamolo finanziario – “Tali misure non risolvono le cause che sono alla base dell’incertezza. È una sorta di paracetamolo finanziario che può alleggerire la tensione e il malessere, ma non risolve le cause che sono alla base dei problemi strutturali dell’economia italiana, spagnola o altre”. Sono queste le parole pronunciate ieri dal portavoce agli Affari economici dell’Ue, Amadeu Altafaj, per ridimensionare gli entusiasmi intorno alla soluzione proposta dal premier italiano, Mario Monti.
Il rischio del commissariamento – A conclusione del G20 in Messico, il Professore aveva aperto a una sorta di piano anti-spread, volto a contenere l'”abnormità” dello spread in paesi “in regola con le norme di finanza pubblica”. Un’idea tempestivamente captata da Bruxelles che ha dimostrato di crederci poco. “Il ricorso al fondo salva-Stati – ha aggiunto Altafaj – implica condizioni da rispettare, come riforme appropriate e la firma di un protocollo di intesa con la Commissione Ue”. In altre parole: non solo non basterebbe a far “guarire” il “malato”, ma lo costringerebbe in una posizione di subalternità rispetto all’Ue. Sotto commissariamento.
Maria Saporito