Trema il Pirellone: Formigoni indagato

La notizia riportata oggi dal Corriere della Sera promette di destabilizzare, in modo traumatico, la Regione Lombardia. Dopo mesi di dinieghi e auto-assoluzioni, il governatore Roberto Formigoni è finito nel registro degli indagati. Contro di lui i magistrati di Milano hanno formulato due ipotesi di reato (per corruzione e finanziamento illecito), che andrebbero a complicare il dedalo dei rapporti stabiliti tra “faccendieri”, politici e dirigenti nel campo della sanità locale.

Formigoni indagato – Per il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, le cose sembrano mettersi davvero male. Il governatore – nell’occhio del ciclone da mesi per i sospetti rapporti con il lobbysta della sanità, Pierangelo Daccò – ha salmodiato a lungo la sua estraneità ai reati contestati all’amico, chiudendo categoricamente alla possibilità di rassegnare le dimissioni. Una sicumena, la sua, sbugiardata dalla Procura di Milano che ha oggi formalizzato due ipotesi di reato contro di lui.

Finanziamento illecito e corruzione – La prima riguarda illeciti finanziamenti elettorali (per un valore complessivo di oltre mezzo milione di euro) che, secondo i magistrati, un’azienda sanitaria privata avrebbe destinato al ciellino per sostenere la sua campagna elettorale nel 2010. La seconda fa, invece, esplicito riferimento alla corruzione e prende di mira proprio i rapporti con l’amico Daccò che, com’è noto, ha messo a disposizione del governatore benefit di ogni genere (ville e yacht di lusso, cene luculliane e vacanze da sogno). Una “generosità”, quella del lobbysta, che ha insospettito gli inquirenti al punto da spingerli a indagare meglio sulla questione.

Inchiesta che scotta – I reati contestati a Roberto Formigoni si inseriscono nell’ambito dell’inchiesta sul crac del “San Raffaele” di Milano e sui sospetti transiti di denaro disposti dalla Fondazione Maugeri a beneficio di Pierangelo Daccò e promettono nuovi incandescenti risvolti.

Maria Saporito