Attentato in Afghanista, morto un carabiniere italiano – È successo questa mattina ad Adraskan, a Ovest di Kabul, nel campo di addestramento della polizia afghana, l’attentato che ha portato via la vita ad un carabiniere italiano e che ne ha ferito altri due. Lo scoppio è avvenuto alle ore 8.50 locali, le 6.20 in Italia, coinvolgendo quattro militari dell’Arma appartenenti al PSTT (Police Speciality Training Team), uno speciale nucleo addestrativo della polizia afghana.
La vittima e i feriti – Il carabiniere rimasto ucciso nell’esplosione di questa mattina è Manuele Braj, 30enne pugliese, originario di Galatina, effettivo al 13° Reggimento Friuli-Venezia Giulia, che, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe morto sul colpo; gli altri due militari coinvolti, che hanno riportato gravi ferite alle gambe e che sono stati trasportati, subito dopo l’esplosione, in elicottero all’ospedale militare Usa di Shindand, sono il maresciallo capo Dario Cristinelli, 37 anni, di Lovere, in provincia di Bergamo, effettivo alla seconda Brigata Mobile di Livorno e il carabiniere scelto Emilano Asta, 29, di Alcamo, in provincia di Trapani, effettivo al settimo reggimento Trentino-Alto Adige; illeso il quarto militare coinvolto nell’attentato.
Ancora incerta la dinamica dell’attentato – Resta ancora poco chiara la dinamica dell’esplosione. Come ha spiegato il colonello Francesco Tirini, portavoce del contingente italiano in Afghanistan: “La zona è stata isolata per i rilievi di rito. Al momento non possiamo fare alcuna ipotesi e dire se si sia trattato o meno di un attentato”.
Cordoglio da parte delle autorità italiane – Non appena la notizia è giunta in Italia, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso il suo profondo cordoglio ai familiari del militare rimasto ucciso, che lascia la moglie di 28 anni e il figlioletto di appena 8 mesi. “L’Italia purtroppo anche oggi paga un prezzo altissimo per la tutela della democrazia e della libertà in Afghanistan. Una missione fondamentale per la sicurezza internazionale”– ha detto il presidente del Senato Renato Schifani.
Maria Rosa Tamborrino