I dubbi della Procura: Lusi poco credibile

Tanto rumore per nulla. Le lettere scritte da Francesco Rutelli – che Luigi Lusi ha consegnato agli inquirenti per “inchiodare” l’ex sindaco di Roma – avrebbero convinto poco i magistrati. E’ quanto emerge dalle indiscrezioni filtrate dalle stanze della Procura romana, impegnata a comprendere le dinamiche del “furto” che ha svuotato le casse dell’ormai disciolta Margherita. Le accuse mosse dall’ex tesoriere sarebbero state considerate “poco credibili”, ma gli accertamenti proseguiranno nella speranza di rendere meno confuso l’intero quadro.

Dubbi e scetticismo – Tra i pm lo scetticismo sarebbe grande. Le dichiarazioni rese sabato scorso dall’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, nel corso dell’interrogatorio-fiume avrebbero incoraggiato gli inquirenti a pensare che l’ex senatore del Pd sia maggiormente orientato a firmare la propria personale vendetta contro gli ex vertici del partito  (Franceso Rutelli in primis) che a collaborare all’effettiva ricostruzione dei fatti. I togati, infatti, considererebbero la possibilità che l’ex numero uno della Margherita abbia consigliato al suo tesoriere come “muoversi” più che plausibile. E per nulla perseguibile.

In conflitto con la moglie – Quanto alle accuse formulate da Lusi circa la presunta “benedizione” di Francesco Rutelli sugli acquisti immobiliari a lui intestati, a sbugiardarlo ci sarebbe la versione fornita dalla moglie, che ha sempre parlato di “scopi personali” evidenziando la volontà del marito di “garantirsi” un futuro coi soldi del partito. Intanto Francesco Rutelli è tornato ad alzare la voce e, in una nota diffusa ieri, ha annunciato l’ennesima denuncia ai danni del suo ex amministratore per le “mostruose e grossolane calunnie” riportate da tutti i giornali.

Maria Saporito