Scuola per giudici padani. No definitivo

Il ministero della Giustizia ha dato un “no” definitivo alla scuola di magistratura a Bergamo e ha informato l’Opera Sant’Alessandro, proprietaria della sede dove avrebbe dovuto tenersi la scuola per gli aspiranti giudici, della decisione presa e della necessità di rescindere l’affitto, che fino ad oggi è costato a Comune, Provincia, Ministero e demanio più di un milione di euro. La situazione ha provocato qualche nervosismo; Franco Tentorio, sindaco Pdl di Bergamo, ha dichiarato:  “Io spero solo ci sia l’occasione di fargliela pagare: nessuno ha mai preso in giro la gente bergamasca in questo modo”. Subito seguito da Ettore Pirovano, presidente leghista della Provincia: “un insulto al buon senso, ma anche alla sensibilità e all’attaccamento alle istituzioni della gente bergamasca”.

La Scuola superiore della magistratura tanto cara a Bossi e Calderoli è stata progettata nel 2006, quando il governo la istituì con un decreto legge. Assieme a quella di Bergamo erano previste altre due sedi, una per il Centro e una per il Sud. La scuola di Bergamo venne subito battezzata da Bossi  come “la prima scuola leghista di magistratura del Nord”. “I giudici li educhiamo noi”, aveva commentato il Senatùr aggiungendo che “i magistrati si fanno i cazzi loro e noi i cazzi nostri”, mentre un tempo tra le due parti scorreva “un certo feeling”.

Irene Fini