Ennesima giornata di scontri in Siria, l’attacco è avvenuto circa 20 chilometri a sud di Damasco contro l’emittente privata Ikhbariya è costato la vita ad almeno sette persone. L’emittente anche se privata era filo governativa ed è stata assalita da un gruppo armato che ha fatto saltare in aria due edifici. Poche ore prima il presidente Bashar al Assad aveva dichiarato che “il Paese vive in uno stato di guerra su tutti i fronti” ed aveva chiamato tutti gli esponenti del suo esecutivo a mirare ad un solo obiettivo, la vittoria. “Dal momento che siamo in guerra – ha sottolineato il presidente Assad nel discorso trasmesso dalla televisione di Stato – tutti i settori e tutte le sedi devono essere diretti in modo da vincere questa guerra”. E a quei paesi che chiedono l’abbandono della sua carica politica il presidente ha replicato che “l’Occidente prende e non dà nulla”.
Da quindici mesi va avanti la ribellione interna in Siria, un conflitto che sta decisamente intensificando i toni se si pensa scontri di ieri alle porte di Damasco tra l’esercito e i ribelli in rivolta per rovesciare il presidente e alle tensioni internazionali nate con la Turchia dopo l’abbattimento, del 22 giugno scorso, di un jet turco lungo le coste siriane.
Irene Fini