Italia come in guerra, i giovani i più colpiti – “Non siamo in guerra. Ma i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto“. Non usa mezzi termini il Centro studi di Confindustria nel descrivere lo scenario economico del Paese. A essere colpite, spiega l’indagine, “sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia: l’industria manifatturiera e le giovani generazioni. Quelle da cui dipende il futuro del Paese”.
A detta del Csc “l’aumento e il livello dei debiti pubblici sono analoghi, in quasi tutte le economie avanzate, a quelli che si sono presentati al termine degli scontri bellici mondiali. Una sorta di guerra c’è stata ed è tuttora in corso, ed è combattuta, una volta di più, dentro l’Europa e dentro l’Italia. Come nei secoli passati, in cui le divisioni e gli interessi di parte prevalevano su tuttsono o e tutti”.
Impressionti le previsioni economiche per l’Italia – Il Centro studi prevede flessioni del Pil del 2,4% nel 2012 e dello 0,3% nel 2013, che seguono incrementi dell’1,8% nel 2010 e dello 0,4% nel 2011. Per l’anno in corso è stimato, inoltre, un calo della domanda di beni pari al 4,3% (-1% nel 2011), con i consumi delle famiglie che flettono del 2,8%, “conseguenza della fiducia al minimo storico, dell’ulteriore riduzione del reddito reale disponibile, della restrizione dei prestiti e dell’aumento del risparmio precauzionale”, il tutto mentre “gli investimenti crollano dell’8,0% per effetto dell’estrema incertezza e del proibitivo accesso al credito bancario”. Sul fronte del mercato del lavoro, è addirittura stimato un calo dell’occupazione dell’1,4% nel 2012 e dello 0,5% nel 2013, anno che si chiuderà con quasi 1,5 mln posti di lavoro in meno rispetto all’inizio del 2008.