Paolo Forlani, uno degli agenti condannati in Cassazione per la morte di Federico Aldrovandi e che dopo la sentenza si era lasciato andare a frasi offensive su facebooknei confronti della madre della vittima, ha chiesto scusa. In una dichiarazione rilasciata all’Ansa, il militare ha spiegato i motivi delle sue parole “sciagurate“. “Dopo il rigetto della Cassazione della scorsa settimana e le varie esternazioni mediatiche nei nostri confronti – ha spiegato Forlani – mi sono trovato in uno stato di sconforto e di smarrimento assoluti che mi ha portato, l’indomani, ad esternare via web commenti e frasi sciagurate, di cui mi vergogno, all’indirizzo di persone direttamente colpite dalla vicenda”.
L’episodio ha aumentato ulteriormente il clamore su una vicenda già al centro dell’attenzione mediatica a causa della sentenza definitiva di settimana scorsa e sulla quale è intervenuto anche il ministro Cancellieri. L’agente ha definito le sue parole “frutto di una pressione che è gravata su di me per sette anni, durante i quali invano ho cercato di esprimere le mie ragioni”. Forlani infatti, condannato assieme ad altri tre colleghi, si è proclamato innocente per tutta la durata dei tre gradi di giudizio.
“Non è per le conseguenze che potrà portare questo mio atteggiamento che chiedo scusa – ha anche aggiunto – ma per la reale presa di coscienza dell’errore commesso qualche giorno fa, unito all’esigenza di riprendere quel contegno silenzioso e rispettoso che ho mantenuto sempre, dal settembre 2005 sino a questi giorni. A seguito delle esternazioni postate sul social network, all’interno di un gruppo nato a tutela legale delle forze dell’ordine, Patrizia Moretti aveva sporto querela per diffamazione nei confronti dell’agente e di altre due persone, tra cui la presidente dell’associazione Prima difesa due, sul cui gruppo sono state postate le affermazioni contestate.
A.S.