Miss Olocausto: la spettacolarizzazione della memoria

Miss Olocausto – 14 signore anziane hanno partecipato ad un concorso di bellezza che ha suscitato scandalo in tutto il mondo. Si tratta di “Miss Olocausto” una gara in cui le partecipanti sono donne sopravvissute all’Olocausto. 67 anni dopo la liberazione dai lager tedeschi queste signore sfilano e si contendono il titolo per un evento che è stato definito macabro e di cattivo gusto.

La Mano che Aiuta – L’organizzatore dell’evento, Shimon Sabag, ha respinto le critiche di chi ha definito la sua iniziativa come poco dignitosa e irrispettosa rispetto alle vittime del dramma storico dell’Olocausto. Sabag ha affermato che la sua associazione la Yad Ezer L’Haver (La Mano che Aiuta) è dedicata proprio all’assistenza dei sopravvissuti all’Olocausto che hanno bisogno di aiuti e di assistenza. L’idea era quella di creare un concorso divertente e, secondo l’organizzatore, il fatto che oltre 300 donne sopravvissute si siano iscritte al concorso, dimostra che per i diretti interessati non c’era niente di cattivo gusto.

Spettacolarizzazione della memoria – Se per le signore che hanno partecipato al concorso non ci sono state lamentele, per gli altri parenti delle vittime questo evento è stata una spettacolarizzazione di un contesto sacro come quello del culto della memoria dell’Olocausto. Non sono stati messi in dubbio i buoni propositi di chi ha organizzato l’evento, ma è anche vero che per molti che hanno vissuto il dramma della perdita di un caro in quegli anni, la riduzione di una tragedia a frivolezze è sembrata a dir poco fuori luogo.

Michela Santini