Un detenuto di 44 anni è stato trovato impiccato nella sua cella nel carcere di Teramo nel quale stava scontando una pena per vari reati. L’uomo si è ucciso legandosi intorno al collo un cappio fatto con un lenzuolo, e nonostante i tempestivi soccorsi prestati dagli agenti penitenziari e dagli uomini del 118 giunti poco dopo, non è stato possibile salvargli la vita.
Il detenuto avrebbe finito di scontare la pena nel 2017, ma evidentemente le condizioni detentive gli sono risultate talmente insopportabili da avergli fatto preferire la morte. E’ il 24imo suicidio in carcere dall’inizio del 2012 e riporta nuovamente l’attenzione sui problemi degli istituti penitenziari del nostro paese e che, secondo Eugenio Sarno, segretario generale della Uil penitenziari, non può continuare a rimanere inascoltato dalle istituzioni.
Inciviltà, degrado e insalubrità che caratterizzano la maggior parte degli istituti penitenziari italiani sarebbero tra le principali cause che avrebbero indotto tanti detenuti a togliersi la vita, e nonostante i numerosissimi casi le istituzioni continuano a ignorare la situazione o a non trattarla con carattere di urgenza. Sempre secondo Eugenio Sarno, sarebbe sufficiente spostare tutti i tossicodipendenti, attualmente detenuti nelle carceri, che causano effettivamente un notevole sovraffollamento, mandandoli a scontare la loro pena all’interno delle comunità di recupero.
Marta Lock