Euro 2012, Italia-Spagna 0-4, l’editoriale di Marica Longini

1 luglio 2012: c’è la finalissima di questi Europei, Italia-Spagna, un match tutto da vivere tra le due formazioni che più di tutte in questa manifestazione hanno dimostrato carattere, determinazione e voglia di arrivare sino in fondo. Certo, il tasso tecnico dei campioni del mondo è sine dubio più elevato rispetto a quello della nostra Italia, che è stata brava, anzi bravissima, ad arrivare in finale (e chi l’avrebbe mai detto prima dell’incipit di questi Europei?!) Grazie soprattutto al cuore e alla voglia di riscatto che ha dimostrato quasi in ogni partita. Gran merito va attribuito al nostro ct che ha fatto in modo di tenere sgombri l’animo e la testa dei suoi giocatori dalle fastidiose polemiche che puntualmente prima dell’inizio di ogni match sono spuntate come le zanzare nel caldo torrido milanese.

Sono in partenza per Milano: lascio Ibiza, il sole, il mare, il Pacha, Cala Bassa, Cala de Joundal, Cala Conta, i nuovi amici per tornare alle sudate carte…un po’ di malinconia anche perché in questa settimana spagnola ho vissuto emozioni straordinarie che ho cercato di trasmettere a Voi lettori nei miei precedenti articoli su Italia-Inghilterra e Italia-Germania. Colpo di scena: il mio volo è in nettissimo ritardo…dove vedrò la finale?! Mi ritrovo “circondata” da tanti spagnoli nell’aeroporto di Ibiza, molti vestiti con la maglia della loro Nazionale e impressi i nomi dei loro idoli: Iniesta, Xabi Alonso, Xavi Hernandez, Sergio Ramos, Casillas, Silva, Jordi Alba… però… che gran giocatori ha la Spagna… è una vera e propria sfilata di magliette con tutti questi grossi nomi e per un attimo rifletto e penso che è già un ottimo traguardo per l’Italia essere riuscita ad arrivare sino a qui, visto l’elevato tasso tecnico delle furie rosse: sì, è vero, abbiamo Buffon, Pirlo, De Rossi, Balotelli, anche se quest’ultimo ancora deve raggiungere il pieno della maturità calcistica necessaria a far sì che lo si possa etichettare campione a livello internazionale, ma, con tutto il rispetto per gli altri nostri giocatori, non si può operare una comparazione tra le due formazioni sul piano prettamente tecnico. Onore all’Italia, a Prandelli, agli Azzurri per essere arrivati a farci vivere la finale degli Europei 2012!

“E ora stringiamoci forti siam pronti alla morte”. Sentire l’inno mi fa venire i brividi oggi più che mai, in questa finale, Italia-Spagna, nell’aeroporto di Ibiza, pieno di spagnoli… E’ tutto fantastico, un po’ surreale… non avrei mai immaginato di “assistere” alla finale, in Spagna, in un aeroporto, circondata da tante magliette rosse, con tanti campioni del mondo…mi sembra di essere a Kiev e per un attimo mi dimentico pure del mostruoso ritardo del mio volo…

Fischio di inizio: il primo tempo è da incubo per l’Italia, stradominata dalla formazione di Del Bosque, che parte fortissima, mostrando sin da subito la netta superiorità degli Azzurri, per azione e possesso palla, tant’è che al 14’ va in gol con Silva su cross di Fabregas. La squadra di Prandelli mostra subito stanchezza e affanno, che la fanno decisamente da padroni sul carattere, la determinazione, il cuore, mostrati dagli Azzurri nei match che hanno preceduto questa finale. Tant’è che al 20’ l’Italia si trova con un Chellini ko per infortunio, al suo posto entra Balzaretti. Un attimo di respiro per l’Italia lo si coglie con Fantantonio che prende di mira la porta spagnola, senza però, ahimè, impensierire più di tanto l’estremo difensore spagnolo. E al 42’ arriva quello che non avremmo mai voluto vedere, anche se era prevedibile, considerando la netta superiorità tecnica, tattica e atletica degli spagnoli sugli italiani: raddoppio delle ‘Furie Rosse’ con Jordi Alba e l’Italia va negli spogliatoi sotto di due gol. “Sono troppo forti questi spagnoli”… penso tra me e me e lo pensa qualche italiano che con me assiste alla partita… luce, gioia straripante sul volto degli spagnoli, anche di alcuni dipendenti aeroportuali e di qualche assistente di volo… intanto si sentono gli annunci di alcuni voli, ma nessuno di coloro che guarda il match sembra ascoltarli… tutti concentrati a vivere questa finale, a incitare la propria Nazionale.

Nel secondo tempo Prandelli cambia Cassano con Totò Di Natale, l’autore proprio del gol contro la Spagna, chissà che non porti fortuna anche stavolta, ma dopo i primi minuti Silva e compagni sono ancora davanti alla porta di Buffon. Poco importa per l’Italia il mancato fischio del portoghese Proença per un tocco di mano di Bonucci in area di rigore a favore della Spagna: difatti, il risultato cambia ancora a favore delle Furie rosse al 38’ del secondo tempo, El Nino si scatena e sigla il terzo gol. Nel frattempo, all’11’ del secondo tempo, l’ex tecnico viola aveva effettuato un altro cambio, Thiago Motta al posto di Montolivo, durato pochissimo perché al 16’ il giocatore del PSG si infortuna al bicipite femorale ed è costretto a lasciare l’Italia in dieci. La strada è ancora più in discesa per la Spagna: arriva il terzo gol di Torres e anche il quarto di Mata.

Silva, Jordi Alba, Torres, Mata: gli spagnoli sono nettamente più forti, noi troppo stanchi. L’intero aeroporto esulta, grande amarezza sui volti degli italiani che, come me, pur ben consci della forza fisica, tecnica, tattica degli spagnoli, speravano in un epilogo differente: viceversa, è ancora la Spagna a vincere per 4-0 e a confermarsi Campione d’Europa, continuando così a scrivere la storia del calcio. La Roja è l’unica Nazionale di calcio al mondo che ha vinto due titoli continentali e un campionato mondiale (2010) di seguito.

L’aeroporto di Ibiza è in festa: gli spagnoli esultano, forse hanno anche dimenticato che sono lì per
prendere un volo. Era singolare durante il match l’andirivieni di assistenti aeroportuali che, mischiati tra i tifosi delle due nazioni, annunciavano a voce alta: “Ultima chiamata”, “Last call”, “Ultima llamada”…

Sembrava una favola quella dell’Italia in questi Europei, un’Italia che ha superato ogni polemica, da quelle inevitabili del calcio scommesse a quelle sui metrosexual ed omosessuali in Nazionale, una squadra fatta di qualche campione, di un futuro campione, di giocatori dignitosi che hanno affrontato i vari match con grinta e carattere da vendere.

Prediligo le favole che finiscono a lieto fine, ma tutto sommato questa degli Europei per l’Italia è una favola a lieto fine, sia pur senza la vittoria finale (giocarsi la finale con i Campioni del Mondo è un grande risultato) e da qui bisogna ripartire. Stavolta sono io a fare i complimenti agli spagnoli, miei compagni di “avventura europea” nell’aeroporto di Ibiza: “Hanno vinto i migliori, siete i più forti, senza dubbio, complimenti!”.

E il mio volo!? Ancora un bel po’ di attesa e poi mi imbarco e saluto Ibiza, la Spagna, gli spagnoli, le spiagge bianche e le acque cristalline, le birre nazionali con i nomi e i volti dei neo campioni d’Europa e vado… la mia Italia mi aspetta… ma non finisce qui: ci rivedremo presto grande Spagna, la prossima volta faremo di tutto per batterti!

Adios amigos, hasta pronto!

Marica Longini