Buffon a Medjugorje – L’europeo dell’Italia è stato caratterizzato da numerosi viaggi dedicati alla fede: Cesare Prandelli, dopo la vittoria ai gironi, quella con l’Inghilterra e quella con la Germania, ha portato il suo staff più volte in un breve pellegrinaggio, tra i 21 e gli 11 chilometri, verso un santuario polacco. Un segno di rispetto, di fede appunto, che è stato ripetuto anche da Gianluigi Buffon, tornato a casa due giorni fa insieme con il resto della nazionale e ripartito già oggi verso Medjugorje, ambita meta di pellegrinaggio nella Bosnia meridionale.
Meta calcistica – Già Roberto Mancini, poco prima di vincere la Premier League con il Manchester City, si era recato al Santuario di Medjugorje, per esprimere tutta la propria fede e cercare un aiuto dall’alto per il suo successo finale. Buffon è giunto con un aereo privato nella vicina città di Mostar, dalla quale poi si è recato a Medjugorje. Lì il capitano della nazionale resterà fino a domani sera, in contemplazione e in religioso rispetto, come per ringraziare per aver raggiunto il traguardo della finale, poi persa contro la Spagna a Kiev domenica sera. Una pratica, insomma, che si fa sempre più odierna tra i calciatori che oltre al segno della croce che precede l’ingresso in campo ora hanno anche scoperto la sacralità dei Santuari.
Mario Petillo