È il primo di tre giorni in cui Milano diventa capitale della musica live estiva: per la prima volta all’Arena concerti di Rho Fiera, va in scena l’Heineken Jammin Festival che, dal 1998, è il festival rock più atteso in Italia. Sono tantissime le band passate per il palco del festival in 14 anni di vita: i Kula Shaker, i Rage Against the Machine, i Placebo, Bon Jovi e tantissimi altri.
Il primo giorno del festival è, forse, anche quello più ricco di stelle internazionali e vede alternarsi sul palco tra i tanti artisti Noel Gallagher e i Red Hot Chili Peppers.
Lo spazio dell’Arena Rho, solitamente molto freddo ed incolore, per la manifestazione è stato letteralmente trasformato: ai piedi degli spettatori erba finta, che riprende il colore del brand sponsor principale e catapulta gli spettatori in un’ambiente più “green” e meno grigio, più simile alle location degli anni passati. Sono invece diverse le novità tecnologiche e social create ad hoc per il pubblico presente: “Music Equalizer Area”, dove gli ospiti possono diventare protagonisti di un video clip musicale, “Your Heineken – Take Your Space “, dove è possibile ridisegnare secondo il proprio stile una bottiglia di Heineken e una piattaforma social dove condividere con il resto del mondo le proprie esperienze sul proprio profilo Facebook e su un maxi schermo dedicato.
Sono presenti anche aree sportive con ben 5 campi da basket e due da volley e aree relax come l’area “Extra Cold Truck“, dove è possibile degustare birra alla temperatura di -8 gradi.
I primi gruppi ad aprire il giovedì dell’HJF sono i Destage e i Nomorespeech, due delle sei band emergenti che hanno vinto il contest organizzato per promuovere la nuova musica italiana.
Mentre il pubblico comincia a diventare sempre più numeroso giunge il momento dei primi nomi della musica internazionale, che danno inizio al festival vero e proprio: gli Enter Shikari, un gruppo metal britannico proveniente da St. Albans, una località vicino Londra e Pitbull, un rapper statunitese di origine cubano-americana, conosciuto per le sue canzoni come “Lil’ Chico”, “Mr. 305”, ma soprattutto “Mr. Worldwide” e “On the Floor”, brano realizzato con un campionamento della famosissima “Lambada”. Pitbull nella sua carriera ha collezionato collaborazioni e featuring illustri, far cui David Guetta, Ne-Yo Shakira e Jennifer Lopez.
Alle 19 e 45, puntualissimo, è il momento del primo grande big dell’ Heineken Jammin Festival, Noel Gallagher e gli High Flying Birds. Il personaggio è lo stesso da sempre: poche parole, apparente sufficienza verso la sua musica e il suo pubblico, ma una carica ed un’energia sprigionata dalla sua chitarra e dalla sua voce, che in pochi possiedono.
I brani della sua carriera solista raccolgono molti consensi, ma è con i vecchi brani targati Oasis, sempre frutto della sua bravura, che il pubblico riesce ad apprezzare in pieno la sua magnificenza.
“Talk tonight”, “Little by Little” e “Don’t Look Back in Anger” sono cantate da gran parte dei presenti, con pelle d’oca travolgente. Il carisma, la carica emozionale, quelle canzonette semplici ma che arrivano diritte al cervello e al cuore, fanno parte di un mix vincente che Noel riesce sempre a riproporre concerto dopo concerto, anno dopo anno, esperienza dopo esperienza. E’ davvero strano vederlo come artista di spalla; Noel Gallagher è, più giustamente, uno dei due headliner di questo primo appuntamento dell’HJF 2012.
Alle 22 prendono posto sul palco i Red Hot Chili Peppers: Anthony Kiedis e compagni scaldano un’atmosfera già decisamente hot, sia per via del caldo meneghino che per le centinaia di fan accorse per la band. Il concerto è un susseguirsi di brani vecchi e nuovi, alcuni estratti dall’ultimo album della band, “I’m with You” ed altre canzoni più datate, che hanno fatto la storia del rock dai primi anni novanta ai giorni nostri come “Under the bridge”, “Californication”, “Can’t stop” e tantissime altre. Lo spettacolo è arricchito da una scenografia fatta di schermi fissi e mobili, che si spostano in continuazione e su cui vengono proiettati giochi di luce e video proiezioni.
I Red Hot Chili Peppers sono come sempre molto scatenati e riescono a mantenere comunque un buon livello musicale, a differenza di altre occasioni live dove, va pur detto, talvolta hanno offerto prestazioni più modeste, soprattutto a confronto con quanto proposto su disco.
Difficile scegliere quale delle due realtà si meriti l’appellativo di “Headliner”.
Gli organizzatori hanno scelto i Red Hot Chili Peppers, probabilmente per intensità, scenografia e carica rock. Ma in tanti tra i presenti hanno incoronato Noel Gallagher per la passione, la bravura, la pulizia musicale e le sensazioni che trasmette quando è onstage.
Ed è solo l’inizio di una tre giorni strepitosa, in attesa della dance forsennata dei Prodigy in programma questa sera e del gradito ritorno dei Cure di Robert Smith domani, sabato 7 luglio.
Pier Luigi Balzarini