Posizioni lontane sulla legge elettorale

La promessa di arrivare alle elezioni del 2013 senza Porcellum impongono tempi rapidi di scelta come spesso ha ricordato lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Dobbiamo fare questa riforma della legge elettorale. Bisogna trovare un modo per non avere il Porcellum” ha dichiarato Bersani ma l’effetto finale è una posizione di stallo, causata soprattutto dal Pdl, dalla quale è necessario uscire. L’opinione pubblica freme mentre la politica appare disorientata: Berlusconi vorrebbe ritornare al proporzionale secco, larga coalizione secondo il modello tedesco, unica speranza forse per tornare a governare il paese, una parte del suo partito, invece,vorrebbe preferenze e su un premio di governabilità piccolo al partito, e non alla coalizione del vincitore. Divisioni già interne al Pd che si discostano entrambe dalla volontà del Pd di ridisegnare i collegi, soprattutto al Senato, senza mollare il premio di governabilità alla coalizione vincitrice.

L’aria di compromesso sembra distante, tant’è che Francesco Sanna, senatore Pd ha dichiarato senza mezzi termini, parlando a Youdem tv: “Se da parte del Pdl non ci dovesse essere la volontà di trovare una mediazione allora il Pd si farà carico di proporre in Parlamento la propria proposta di legge, perorandone in ogni modo la necessità di discussione. Lo dobbiamo agli elettori”. Se Pier Ferdinando Casini abbraccia posizioni simili a Bersani, il caos nel Pdl frena e occorrerebbe un atto determinante da parte del Pd che potrebbe presentare la sua proposta in Parlamento. Vannino Chiti del Pd, commenta piuttosto sconsolato: “Bisognerebbe arrivare almeno a cancellarne gli aspetti più insopportabili dell’attuale normativa”.

Irene Fini