E’ stato il quotidiano Il Messaggero a raccogliere oggi le ultime impressioni del presidente della Camera, Gianfranco Fini, sull’attuale quadro politico. “C’è nel paese un desiderio di novità“, ha osservato il leader di Fli, che è tornato ad annunciare l’avvio di un polo riformatore. E incalzato sulle alleanze future, il presidente della Camera ha ribadito la sua chiusura ai partiti che non sostengono il governo Monti.
Disco verde ai tagli – E’ una sostanziale promozione quella che Gianfranco Fini ha riservato alla spending review messa in cantiere dai Professori. “L’intervento, almeno ad una prima lettura, è certamente equilibrato – ha detto in un’intervista al Messaggero – Per prima cosa accorpa le Province. Personalmente ritengo che arriverà il momento in cui bisognerà accorpare anche le Regioni. Inoltre va nella direzione giusta anche la drastica riduzione di piccoli tribunali. E anche per quel che riguarda il pubblico impiego – ha notato il leader di Fli – non credo possa destare scandalo il fatto che i dipendenti siano valutati tramite una cosiddetta pagella o che per loro ci sarà una maggiore mobilità”.
Verso un polo riformatore – E interpellato sugli scenari futuri: “C’è nel paese un desiderio di novità – ha fiutato Fini – c’è un forte risentimento verso un ceto politico che è di nuovo alle prese con la questione morale; c’è una sfiducia nei confronti dei partiti, più o meno tutti. Tocca alla politica dare una risposta. La risposta che sto tentando di dare, assieme ad altri – ha spiegato il presidente della Camera – è creare un polo, diciamo così, riformatore. Con un forte rinnovamento anche nel ceto politico”.
Alleanze cangianti – “Dobbiamo assolutamente aprire a liste civiche, a movimenti spontanei, ad associazioni – ha aggiunto il numero uno di Fli – Se i partiti pensano di essere autosufficienti commettono un errore madornale”. E sulle antiche intese, messe in crisi dalla straordinarietà della situazione attuale: “Il governo Monti sta cambiando profondamente la mappa politica italiana”, ha affermato Fini, che ha aggiunto: “Le alleanze andranno delimitate all’interno del perimetro delle forze che hanno sostenuto Monti“.
La polemica con Schifani – Piccato, infine, il suo commento sulla polemica consumata nei giorni scorsi col presidente Renato Schifani sulle nomine Rai: “Quando un arbitro sbaglia la volta dopo ci sta più attento – ha ribadito Gianfranco Fini – In ogni caso per me la polemica è chiusa. La cosa che però emerge con nettezza è che nel Pdl, partito sostanzialmente anarchico, ci sono due questioni: giustizia e tv che sono totem intoccabili. Sono terreni sui quali nel Pdl si può pensare con la propria testa a patto che – ha affondato il presidente della Camera – quel pensiero non venga espresso”.
Maria Saporito