Legge elettorale: il tempo è scaduto e l’accordo non si trova

Le tre settimane che i leader della maggioranza si erano imposti come termine di scadenza per centrare l’intesa sulla legge elettorale sono già passate. L’impasse tra i partiti resta grande, con il Pdl e il Pd fermi su posizioni apparentemente inconciliabili, e l’Udc che – da perenne ago della bilancia – propende adesso per l’uno, adesso per l’altro. Preferenze o collegi uninominali? E’ questo il dilemma che sembra “impantanare” l’accodo, spingendo i vari protagonisti a consegnare dichiarazioni ultimative sul da farsi.

Casini suona il gong – A sbottare ancora una volta è stato ieri il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini“La gente è stanca e vuole scegliere i parlamentari, basta melineha “cinguettato” su twitter Andiamo subito in Parlamento e votiamo alla luce del sole. Ciascuno – ha aggiunto perentorio il centrista – si assuma la responsabilità delle proprie scelte”.

Pd: Tempo scaduto – “Non si può fallire sulla legge elettorale – ha riconosciuto la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro – Si arrivi presto in Parlamento perché il tempo è scaduto. Io credo che la politica farebbe una pessima figura, forse l’ultima, se non riuscisse a fare la riforma”. Una consapevolezza, quella della democratica, che non le ha però impedito di rimarcare le proprie condizioni: Il Pd vuole che i cittadini scelgano gli eletti – ha precisato la senatrice – ma se qualcuno vuole una legge elettorale con le preferenze sappia che non siamo disponibili”. 

Le preferenze di casini – Una porta chiusa al Pdl, ma non solo. A replicare alla risoluta democratica è stato, infatti, ancora una volta Casini: “Rispetto Anna Finocchiaro e le sue opinioni – ha commentato – ma con i collegi uninominali sono i partiti a scegliere i candidati; esempio: un siciliano in Trentino o un emiliano in Puglia. L’unico sistema che fa scegliere il cittadino – ha tagliato corto il numero uno dell’Udc – è la preferenza“.

Tanto rumore per nulla – E il Pdl? “Noi siamo pronti al confrontoha assicurato il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri – Sulla legge elettorale è il momento della verità. Le preferenze possono essere l’occasione per una vera scelta da parte dei cittadini”. A tentare la sintesi è stato alla fine Felice Belisario“Stiamo punto e a capo – ha notato sconsolato il dipietrista – tanto rumore per nulla. Tutti dicono di voler cambiare la legge elettorale, ma nessuno lo fa davvero”.

Maria Saporito