Gli italiani non sanno nuotare – Sembra quasi una situazione paradossale, ma, in realtà, bisogna prendere atto di una dura verità: il 40% degli italiani non sa nuotare. Quasi la metà del popolo italico, quattro su dieci, nascosti magari dietro montagne di muscoli e costumini striminziti, una volta che arrivano in acqua non sanno come comportarsi. Eppure l’acqua qui in Italia non manca di certo: la nostra Penisola vanta infatti oltre ottomila kilometri di costa, senza contare i numerosi laghi e fiumi che è possibile ammirare nei suoi entroterra.
Le statistiche – I dati sono incredibilmente sconcertanti ed arrivano da un’indagine dell’Istituto Piepoli e sono stati forniti questa mattina da Nicola Brischigiaro, pluricampione mondiale di immersione in apnea: solo tre su dieci, che rappresentano il 32% degli italiani, sanno destreggiarsi in acqua e respirare correttamente, il 59% fatica a stare a galla in acqua profonda e il 65% non sa tenere gli occhi aperti al mare o in piscina.
Ogni anno aumentano le vittime di annegamento – Dove è finito il detto: gli italiani, popolo di santi, poeti e di navigatori? Certo, di navigatori che non sanno nuotare. Proprio per questo motivo, ogni anno il numero di persone vittime di infortuni in acqua o di annegamento è in continuo aumento. ”L’annegamento – ha dichiarato Brischigiaro – è secondo l’Oms tra le prime cause di mortalità accidentale; infatti ogni anno nel mondo oltre 3 milioni di bambini e adolescenti sono vittime di infortuni in acqua o rischiano l’ annegamento, spesso nelle mini piscine la cui vendita è in continuo aumento”. Il pluricampione mondiale di immersione in apnea ha poi messo in evidenza anche la pericolosità dei semi-annegamenti che “sono spesso invalidanti, e chi sopravvive può riportare danni fisici e cerebrali anche per tutta la vita”.
Maria Rosa Tamborrino