Mutolo, ex pentito: L’accordo Stato-Mafia esiste da sempre

Gaspare Mutolo, pentito mafioso, colui che Borsellino stava interrogando quando venne chiamato dal Ministero, parla, a Il Fatto Quotidiano, della trattativa Stato-Mafia senza mezzi termini e accusa la trattativa “c’è, è stato rinviato Totò. E io non me la bevo che non sono andati a casa di Riina dopo che l’hanno preso”. Parole chiare quelle di Mutolo che sottolinea come la trattativa Stato- Mafia non sia una cosa passeggera relativa agli anni bui della storia italiana ma il presente: “Se mi dicono: o tu cambi opinione o ti mandiamo alla fucilazione, io vado alla fucilazione. Perché è impossibile che non abbiano perquisito. Sono andati in casa di Riina, hanno trovato cose che inguaivano i politici e hanno fatto finta di nulla”.

Mutolo parla dei motivi che lo hanno portato a pentirsi: “Per delusione che avevo con Riina decido di parlare con Falcone: nel dicembre del ‘91 gli mandai un messaggio attraverso un avvocato. Lo ammiravo e lo volevo aiutare.” Mutolo avvertì Falcone dell’agitazione in ambienti mafiosi che stava provocando il fatto che il giudice Carnevale, assolto dalle accuse, non fosse più in Cassazione. Poi continua sulla trattativa: “Questi erano i rapporti: convivenza e connivenza, i contatti tra mafia e forze dell’ordine, mafia e politica ci sono sempre stati. Ci sono stati personaggi cui hanno pulito i cartellini penali per fargli fare i sindaci”. Lo Stato ha bisogno dell’appoggio della Mafia quanto la Mafia di quello dello Stato, come Falcone e Borsellino, così Ingroia non potrà mai trovare sostegno piene, dice Mutolo: “Adesso a Ingroia lo mandano in Guatemala: lui dice che ha accettato e ci vuole andare. Ma secondo me lui sa che è meglio così, perché ormai è un grande conoscitore della mafia: che deve fare, deve diventare un altro Borsellino o un altro Falcone?”

Irene Fini