Giustizia: la Lega vuole sfiduciare la Severino e il Pdl entra in crisi

Tempi duri per le donne ministro. Dopo le polemiche fioccate copiose su Elsa Fornero e sulla sua riforma del lavoro, a finire nel mirino è stata questa volta Paola Severino. La responsabile della Giustizia ha incassato la sonora bocciatura della Lega sul piano di razionalizzazione degli uffici giudiziari, suscitando animate discussioni anche nel Pdl. Dove Maurizio Gasparri ha annunciato la sua disponibilità a votare una mozione di sfiducia contro il ministro, mentre Fabrizio Cicchitto ha frenato.

L’attacco dei padani – La riorganizzazione degli uffici giudiziari italiani (con la paventata chiusura di molti tribunali) ha indisposto oltremodo il Carroccio. In un’intervista rilasciata qualche giorno fa alla Padania, il capogruppo leghista alla commissione Giustizia della Camera, Nicola Molteni, ha promesso “fuoco e fiamme”: “Alla ripresa dei lavori parlamentari – ha detto – presenteremo una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Severino che si è dimostrata inadeguata a guidare un dicastero delicato come quello della Giustizia”.

Il Nord penalizzato – “La nuova geografia giudiziaria decisa da Severino – ha rincarato il leghista – ha pesantemente penalizzato il Nord: con la scusa della criminalità organizzata, il ministro se n’è infischiata delle indicazioni del Parlamento riguardo i tribunali e ha salvato solo quelli del Sud, rispondendo evidentemente a logiche lobbiste che nulla hanno a che vedere con una reale ed efficace amministrazione della giustizia”.

Il sostegno di Gasparri – Una presa di posizione muscolare, con la quale il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha scelto immediatamente di solidarizzare: “Se ci sarà una mozione di sfiducia della Lega al ministro Severino – ha dichiarato l’ex aennino – chiederò che il Pdl la valuti e decida insieme il da farsi. La gestione della Severino è disastrosa e non possiamo più tollerarla”. Di più: “L’iniziativa della Lega merita attenzione – ha rimarcato Gasparri –Valutino bene in che ramo del Parlamento agire”.

Richieste irricevute – E per rendere più convincente il je accuse levato contro la Guardasigilli, il pidiellino ha riferito di un recente faccia a faccia avuto proprio con lei: “Qualche giorno fa – ha raccontato Gasparri – abbiamo avuto un incontro con la Severino: c’era Alfano, c’ero io, c’era Cicchitto. Un incontro di due ore e un quarto inutile: il ministro ha risposo picche a tutte le nostre richieste. Vorrebbe che cambiassimo la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, che in questo modo – ha precisato il capogruppo del Pdl al Senato – dovrebbe tornare alla Camera e si bloccherebbe; non è disponibile a fare una legge seria sulle intercettazioni, non è disponibile a cambiare il ddl anticorruzione. In queste condizioni – ha concluso piccato Gasparri – perché dovremmo continuare a fare finta di niente?”

La prudenza di Cicchitto – Parole che sembrano rendere meno fumosa l’ipotesi di un ricompattarsi dell’antica alleanza Lega-Pdl. Ma a frenare è stato  Fabrizio Cicchitto che, all’invito del collega leghista, Giampaolo Gozzo, di “spalleggiare” l’iniziativa del Carroccio, ha sostanzialmente risposto picche. “Abbiamo una posizione di principio contraria alle mozioni di sfiducia individuali – ha spiegato Cicchitto –  Le mozioni di sfiducia vanno presentate contro i governi nel loro complesso, non ricorrendo al tatticismo di concentrare il fuoco su un singolo ministro”.

No alla sfiducia individuale – “Ciò è indipendente dalla condivisione o dal dissenso sull’attività di un singolo ministro – ha precisato il pidiellino – In occasione del dibattuto sulla fiducia a proposito del decreto sulla corruzione, abbiamo già avuto modo di polemizzare con il ministro Severino, ma da ciò e da altre ragioni di dissenso non traiamo la conseguenza di votare mozioni di sfiducia individuali da chiunque siano presentate”.

Maria Saporito