Pussy Riot, Putin: Lo Stato deve proteggere i sentimenti dei fedeli

Pussy Riot, Putin: Lo Stato deve proteggere i sentimenti dei fedeli – “Lo Stato ha l’obbligo di proteggere i sentimenti dei credenti”. E’ l’ultimo giudizio espresso dal presidente russo Vladimir Putin in merito all’ormai nota vicenda delle Pussy Riot, il gruppo di dissidenti  condannate a due anni di carcere con l’accusa di teppismo motivato da odio religioso dopo una ‘messa-concerto’ di protesta tenuta nella cattedrale di Mosca. “Prima sono state nella chiesa Elokhovskaya dove hanno dato vita a un vero e proprio sabba, poi sono state in un’altra chiesa, per dedicarsi a un altro sabba. Lo Stato ha l’obbligo di proteggere i sentimenti dei fedeli” ha detto il presidente russo in un’intervista al canale Tv Russia Today.

Le Pussy Riot dal carcere: Amiamo la Russia, odiamo Putin – “Condannandoci senza aver commesso alcun crimine, il sistema ha condannato se stesso”, ha invece dichiarato in un’intervista a Der Spiegel Nadia Tolokonnikova, leader delle Pussy Riot. “Amo la Russia, ma odio Putin“, ha aggiunto la 22enne dal carcere dove sta scontando due anni di detenzione. Nadia ha invocato la rivoluzione e spiegato che “il sistema putiniano non appartiene al XXI secolo”, ma ricorda più “le società primitive o i regimi dittatoriali del passato”. Nell’intervista, rilasciata grazie alla mediazione del suo avvocato, la ragazza ha ribadito di non avere rimpianti e ha raccontato di passare il tempo in prigione leggendo dalla Bibbia ai lavori del filosofo sloveno Slavoj Zizek, che di recente si è detto solidale con la causa delle Pussy Riot.“La mancanza di libertà di movimento – ha spiegato – non restringe la libertà di pensiero“. Sono Maria Alyokhina, Nadezhda Tolokonnikova e Yekaterina Samutsevich le tre componenti della punk band condannate a due anni di lavori forzati per aver cantato e suonato incappucciate una ‘preghiera punk’ dal titolo “Madre di Dio, liberaci da Putin!” nella cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca.