Libia, Usa attaccano – Lavoreranno gomito a gomito Usa e Libia nelle indagini sull’assalto che ieri ha ucciso l’ambasciatore americano a Bengasi. Barack Obama e Mohamed Magarief “lavoreranno a stretto contatto” fa sapere la Casa Bianca. E mentre si cerca di far chiarezza sull’episodio che ha scosso le coscienze di mezzo mondo, Washington ha inviato due cacciatorpediniere verso le coste libiche, permettendo così ad Obama di avere, nel mazzo delle opportunità, anche la possibilità di colpire obiettivi fisici. Dovrebbe arrivare a breve anche una squadra di marines specializzati in antiterrorismo: ciò dovrebbe rafforzare la sicurezza in Libia, soprattutto in questo frangente in cui le autorità vengono trasferite da Bengasi a Tripoli. Si tratta di misure precauzionali, certo, ma c’è sempre qualcosa di sinistro quando si spostano truppe o mezzi.
Venti di guerra – La scintilla scoccata in Egitto per la proiezione di un film giudicato blasfemo sulla vita di Maometto, potrebbe provocare rivolte in tutti i paesi dell’area nordafricana. Ieri infatti si sono registrati scontri in Tunisia, in Sudan e in Marocco: la situazione potrebbe precipitare in breve tempo. Anche per questo ieri la Casa Bianca si è messa in contatto con il presidente egiziano Morsi, puntualizzando che il Paese deve collaborare con gli Stati Uniti “nel garantire la sicurezza del personale e delle sedi diplomatiche Usa“. Continua la Casa Bianca: “Il presidente ha detto che respinge i tentativi di denigrare l’Islam, ma ha sottolineato che non c’è mai alcuna giustificazione per la violenza contro innocenti e per atti che mettono in pericolo il personale e le sedi americane“.
Rosario Amico