Pussy Riot, Medvedev inaspettato difensore: Condanna troppo dura – Il mondo politico russo è sempre più diviso sulla scottante vicenda delle Pussy Riot. Dopo Putin e persino Gorbaciov, intervenuti con giudizi opposti in merito alla carcerazione di tre componenti della band punk femminista condannate in primo grado a due anni con l’accusa di teppismo motivato da odio religioso, è oggi la volta del premier Dmitri Medvedev, inedito e inaspettato paladino in difesa delle Pussy Riot. Medvedev è stato, infatti, protagonista di un appello alla clemenza per le tre ragazze: “Quel che hanno fatto – ha dichiarato – il loro aspetto, l’isterismo che le circonda mi danno la nausea. Sono semplicemente disgustato. Ma ciò che è accaduto, il fatto che un noto gruppo di donne sia stato in prigione piuttosto a lungo già di per sè è una punizione molto grave al di là di ciò che hanno fatto“. “Non voglio sostituirmi al giudice”, ha continuato il premier russo, “ma prolungare la loro detenzione in questo caso mi pare controproducente”. Nadezhda Tolonnikova, Maria Aluokhina e Yekaterina Samutevich, da cinque mesi in carcere per aver inscenato una ‘messa-concerto’ di protesta nella cattedrale di Mosca, sono state condannate a due anni di carcere il 17 agosto. Il processo d’appello inizierà il 1 ottobre.
La linea dura di Putin – Sulla sentenza è intervenuto pochi giorni fa anche Mikhail Gorbaciov, definendola ‘sproporzionata’. “Sono sorpreso e scioccato per il fatto che questo evento, che avrebbe dovuto essere gestito parlando seriamente ed in modo accorto, abbia gettato il paese in una situazione completamente sproporzionata”, ha scritto sul sito della sua Fondazione Gorbaciov. “Voglio ricordarvi che le due (esponenti della banda punk) hanno figli. Sì, si sono pronunciate contro (il presidente russo) ma il loro obiettivo era coinvolgere la società civile”, ha sottolineato l’ex presidente dell’Unione Sovietica. Prima di Gorbaciov e con toni assai meno concilianti di quelli adottati da Medvedev, si è pronunciato sull’ormai nota vicenda anche il capo del Cremlino,Vladimir Putin, deplorando il comportamento delle Pussy Riot e sostenendo che “lo Stato ha l’obbligo di proteggere i sentimenti dei credenti“. “Prima sono state nella chiesa Elokhovskaya dove hanno dato vita a un vero e proprio sabba, poi sono state in un’altra chiesa, per dedicarsi a un altro sabba. Lo Stato ha l’obbligo di proteggere i sentimenti dei fedeli” ha detto il presidente russo in un’intervista al canale Tv Russia Today.
Raffaele Emiliano