Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha il suo bel da fare. Impegnato in una campagna elettorale intensa (dai risvolti “generazionali”), il democratico ha ricevuto ieri una lettera vergata da trenta colleghi che gli hanno chiesto di escludere preventivamente Nichi Vendola dalla competizione alle primarie di coalizione. Una nuova “gatta da pelare” per il segretario, che ha però trovato il tempo (e la voglia) di consegnare ai giornalisti la sua ricetta per superare l’impasse con la Fiat.
Due cose da dire a Marchionne – Esistono due punti su cui occorre interloquire in maniera schietta e chiara con l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, convocato domani a Palazzo Chigi. Ne è convinto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che – intercettato ieri pomeriggio da alcuni cronisti – ha spiegato cosa chiederebbe al manager italo-canadese, se avesse la possibilità di confrontarsi con lui. “Io a Marchionne direi un paio di cose molto semplici – ha esordito il democratico – Primo: la Fiat riconfermi i suoi impegni in Italia a partire dalla ricerca. Bisogna sviluppare prodotti nuovi perché sappiamo tutti ormai, lo vediamo nel mondo, che le macchine si fanno dove si fa la ricerca. Secondo punto: se la Fiat nei suoi programmi non è in grado di garantire la gestione ottimale di tutte le capacità produttive italiane – ha aggiunto Bersani – ci si renda disponibile a guardarsi attorno”.
Maria Saporito