Intervenuto ieri al convegno del British Council che si è svolto a Siena, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fornito un quadro a tinite scure dell’attuale situazione nazionale e internazionale. Citando ripetutamente il pensatore britannico, Ralph Dahrendorf, l’inquilino del Colle ha evidenziato il rischio che si possa “tornare al quadro familiare della crisi“ e che “il tenue filo della stabilità si possa rompere”. Da qui l’invito a una maggiore integrazione in sede europea, capace di vincere le sfide della moderna globalizzazione.
Non più isolati in Europa – “Non possiamo certamente rassegnarci ad un futuro di comune declino“. E’ quanto ha dichiarato ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento al convegno del British Council. Il capo dello Stato ha invitato gli inglesi a “cambiare passo” e a riflettere sull’opportunità di ritornare sul loro euro-scetticismo in materia finanziaria. “Non è forse questo – ha notato Napolitano – il momento di ammettere realisticamente che la speciale posizione della Gran Bretagna nel sistema delle relazioni internazionali, la peculiarità del ruolo della City o della sterlina, non può giustificare un atteggiamento distaccato, se non addirittura l’auto-isolamento della Gran Bretagna verso l’ineludibile evoluzione dell’Unione Europea?”.
Le mancanze dell’Italia – “Un mondo sempre più globalizzato – ha continuato nella sua analisi il presidente della Repubblica – determina un indubbio rischio di irrilevanza o di marginalizzazione. Questo rischio si può combattere solo unendo compiutamente l’Europa, le sue energie e le sue istituzioni”. Quanto al quadro nazionale: “E’ importante che venga mantenuta, per l’Italia e per l’Europa, un effettivo grado di affidabilità istituzionale a Roma”, ha detto riferendosi con chiarezza agli scandali che hanno investito la politica. Non solo: “Siamo ancora di fronte ad una estrema difficoltà – ha denunciato Napolitano – a realizzare quelle innovazioni istituzionali che potrebbero dare maggiore stabilità e credibilità al nostro sistema”. Ovvero a centrare la riforma considerata prioritaria: quella elettorale.
Maria Saporito