La prima notizia riguarda la durata dell’incontro che si è svolto ieri a Palazzo Chigi. Quando il presidente della Fiat, John Elkann, e l’amministratore delegato, Sergio Marchionne, hanno varcato il portone intorno alle 16,00, nessuno immaginava che ne sarebbero usciti solo in tarda serata. Il faccia a faccia con il premier e i ministri chiamati a scandagliare il dossier sulla Fiat è stato, evidentemente, più impegnativo di quanto immaginato e ha costretto i partecipanti a intrattenersi su analisi e possibili soluzioni oltre il tempo prefigurato. Quel che è venuto fuori è stato un comunicato congiunto in cui l’azienda torinese ha continuato a “fare melina” sugli investimenti in Italia, trincerandosi dietro futuribili aperture sull’export e sull’innovazione.
Vertice lungo e affollato – Il vertice-fiume che si è svolto ieri a Palazzo Chigi ha coinvolto più esponenti del governo di quanti ne fossero stati annunciati alla vigilia. A radiografare le stime fornite ieri dalla dirigenza del Lingotto c’erano, infatti, il presidente del Consiglio, Mario Monti, il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, la responsabile del Lavoro, Elsa Fornero, ma anche il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. Un parterre nutrito, impegnato a trovare la quadra su una vertenza industriale dai forti risvolti economici e sociali, capace di calamitare su di sé l’attenzione dell’intero Paese. E quella degli osservatori stranieri.
Fiat e Chrysler più integrate – “Fiat ha illustrato le proprie stime sull’andamento del mercato automobilistico italiano e internazionale e le prospettive strategiche di sviluppo futuro del gruppo, concentrandosi in particolare su quelle che possono derivare dall’integrazione delle piattaforme di Chrysler e Fiat”. Così si legge in uno dei passaggi della nota congiunta diffusa in serata da Palazzo Chigi, in cui viene esplicitamente dichiarata l’intenzione del gruppo automobilistico di rendere sempre più sinergico il rapporto tra la casa torinese e la “succursale” d’oltreoceano, a probabile vantaggio della seconda.
Più export e innovazione – Un incipit “esterofilo”, mitigato (almeno sulla carta) dalle precisazioni successive: “I vertici di Fiat hanno quindi manifestato l’impegno – continua la nota – a salvaguardare la presenza industriale del gruppo in Italia, anche grazie alla sicurezza finanziaria che deriva soprattutto dalle attività extraeuropee. In questa prospettiva, Fiat è intenzionata a ri-orientare il proprio modello di business in Italia in una logica che privilegi l’export, in particolare extra-europeo”. Non solo: “Il gruppo inoltre ha manifestato piena disponibilità a valorizzare le competenze e le professionalità peculiari delle proprie strutture italiane – si legge nel comunicato ufficiale – quali ad esempio l’attività di ricerca e innovazione”.
Nuovi modelli in stand-by – Indicazioni catalogabili più come “dichiarazioni di intenti” che come punti fermi, e che comunque non hanno chiamato in causa la possibilità di puntare sulla realizzazione di nuovi modelli. A cui si è fatto cenno – sbrigativamente – soltanto dopo: “Fiat ha inoltre confermato la strategia dell’azienda a investire in Italia, nel momento idoneo, nello sviluppo di nuovi prodotti per approfittare pienamente della ripresa del mercato europeo”. Come dire che Marchionne e Elkann hanno ribadito – al cospetto dei “governanti” – la loro indisponibilità a realizzare nuove macchine in Italia in un periodo – come quello attuale – segnato da un tracollo vertiginoso delle vendite.
Nuovo tavolo congiunto – E’ tutto? No: “Al termine della riunione – precisa in conclusione la nota – governo e Fiat hanno concordato di impegnarsi per assicurare nelle prossime settimane un lavoro congiunto utile a determinare requisiti e condizioni per il rafforzamento della capacità competitiva dell’azienda”. L’apertura dell’ennesimo tavolo, prevedibilmente orientato più a passare al setaccio grafici e tabelle che a fornire risposte chiare e confortanti ai dipendenti del Lingotto.
Maria Saporito