Fiorito: Non sono un ladro, ho solo gestito tanti soldi

“Scortato” dal suo legale, Carlo Taormina, l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito, ha fatto ieri il suo ingresso nello studio della trasmissione televisiva In onda (su La7). In un botta e risposta serrato con i due conduttori del programma, Fiorito ha ribadito la propria innocenza, puntando l’indice contro le tante imprecisioni veicolate dagli organi d’informazione sul suo conto. “La mia unica colpa – ha ammesso l’ex capogruppo alla Pisana – è stata quella di aver gestito tanto denaro in un momento di crisi come questo”.

Troppi soldi da gestire – “Non mi sento un ladro e non credo che si scoprirà che sono un ladro. Di sicuro sono una persona che ha avuto grandi responsabilità e che ha gestito una mole ingente di denaro. Potranno accusarmi di averlo fatto con una certa leggerezza, ma di certo non mi sento né sono un ladro”. A rimarcarlo con forza ieri, a favore di telecamera, è stato Franco Fiorito, protagonista dello scandalo sui fondi della Regione Lazio che rischia di mandare a casa l’intera giunta. Il corpulento pidiellino ha ripercorso le tappe della vicenda, sbugiardando alcuni dettagli sulle sue proprietà fornite dalla stampa. “La mia casa al Circeoha detto – è tutta da rifare e non è abusiva”. 

In Regione con dei bambini – E sull’appartamento in via Margutta a Roma, acquistato da un ente a condizioni vantaggiose: “C’era un bando e chiunque poteva parteciparvi”, ha replicato Fiorito. “Io non volevo fare il capogruppo – ha poi svelato il pidiellino – volevo fare l’assessore all’Agricoltura, ma poiché non hanno saputo presentare la lista di Roma, mi hanno sbattuto a fare il capogruppo di bambini non avvezzi alla politica”. Un attacco frontale ai suoi ex colleghi di partito che, ha ribadito Fiorito: “non hanno una storia politica come la mia”.

Per sempre colpevole – E a finire nel bersaglio dell’ex sindaco di Anagni è stato soprattutto il suo grande accusatore, Francesco Battistoni: “Un collega che va a denunciare alla Banca d’Italia un altro collega per spese che anche lui aveva fatto – ha spiegato Fiorito – non merita alcuna considerazione”. Un’autodifesa così convinta (potenziata dalla tesi di Taormina secondo la quale tutti i gruppi consiliari gestiscono somme di denaro così importanti) che ha spinto gli intervistatori a chiedergli se si sentisse in colpa per qualcosa: “La mia colpa è aver gestito una mole di soldi non dignitosa in un momento di crisi come questo – ha ammesso l’ex tesoriere del Pdl in Regione – Per l’opinione pubblica sarò sempre colpevole”.

Maria Saporito