L’incontro che si è svolto sabato pomeriggio tra alcuni esponenti del governo e la dirigenza della Fiat non ha esaurito il dibattito sul futuro dell’azienda torinese. Anzi: all’indomani del vertice a Palazzo Chigi, i commenti e le analisi si sono rincorse senza sosta. Tra i primi a ufficializzare le loro posizioni, i leader dei sindacati nazionali, compatti nel chiedere al governo un incontro che coinvolga anche loro.
In attesa di un incontro – Nulla di fatto: è questo, in sintesi, il commento che il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ha fornito ieri in riferimento al faccia a faccia tra la Fiat e il governo. “Ci sembra che non sia cambiato nulla rispetto al giorno prima”, ha lamentato la sindacalista nel corso di una manifestazione a Napoli. “Fornero aveva preannunciato un incontro con le parti sociali subito dopo quello che si è svolto ieri – ha aggiunto – Credo sia il caso di accelerare i tempi e invitare all’incontro anche l’azienda”. Più ottimista la reazione del collega Raffaele Bonanni: “I gufi sono stati smentiti – ha commentato il numero uno della Cisl – Marchionne ha confermato che la Fiat non andrà via dall’Italia, ma punterà nei prossimi mesi sull’export in attesa che si riprenda il mercato interno”.
Innovazione e confronto – “Questa è una strada giusta in un momento difficile della nostra economia, in cui il governo e le parti sociali dovranno stipulare un patto sociale per far ripartire la crescita, i salari ed i consumi – ha continuato Bonanni – Ma è importante che la Fiat continui a investire sulla ricerca, sulla qualità e sull’innovazione di prodotto in tutti gli stabilimenti italiani”. Resta in attesa anche il leader della Uil, Luigi Angeletti: “Non ho mai creduto che Marchionne potesse andarsene dall’Italia – ha detto – l’Europa è un mercato troppo importante per l’auto. Occorre però rischiare un po’ di più perché gli imprenditori – ha spiegato il sindacalista – non possono investire solo quando si vende”. E sulla decisione – messa nero su bianco sul comunicato congiunto Fiat-governo – di avviare un nuovo tavolo di lavoro: “Non sentiamo il bisogno di tavoli – ha spiegato Angeletti – ma di un confronto serrato per capire quali modelli produrre e quando”.
Maria Saporito