Isole Senkaku, il Giappone si appella alla storia – Cresce di intensità tensione tra i governi di Tokyo e Pechino in merito alla sovranità sulle isole Senkaku, nel Mar Cinese Orientale, da tempo al centro di un’aspra contesa tra Cina e Giappone. All’Assemblea generale dell’Onu a New York, il premier nipponico Yoshihiko Noda non ha usato mezzi termini per denunciare le ingerenze di Pechino, sostenendo che “il Giappone ha la legge e la storia dalla sua parte, e per questo la sovranità sulle isole Senkaku non sarà oggetto di compromesso”. Solo poche ore prima si era tenuto un faccia a faccia privo di frutti tra Yang Jiechi, capo della diplomazia cinese, e il suo omologo giapponese Koichiro Gemba.
Venti di guerra nel Mar Cinese Orientale – La situazione nel Mar Cinese Orientale Cina di è aggravata dopo che Pechino ha inviato sei pattugliatori davanti alle coste delle isole Senkaku, in risposta alla conferma da parte del governo giapponese dell’intenzione di sborsare due miliardi e mezzo di yen, equivalenti a oltre venti milioni e mezzo di euro, per sottrarre alla Cina tre delle cinque isole Senkaku (in cinese Diaoyutai). Al momento l’arcipelago, disabitato ma ricco di risorse naturali, è controllato da Tokyo, ma la sovranità è rivendicata anche da Taiwan. Secondo il ministero degli Esteri cinese, l’annuncio da parte del Giappone dell’acquisto delle isole e della loro nazionalizzazione rappresenta una grave violazione della sovranità della Cina. Definendo la posizione nipponica come “altamente offensiva per 1,3 miliardi di cinesi, in quanto seriamente calpesta fatti storici e della giurisprudenza internazionale”, il governo di Pechino ha dunque espresso ferma opposizione contro la mossa del Giappone.
R. E.