A stoppare la corsa di Claudio Fava alla presidenza della Regione Sicilia potrebbe essere un problema squisitamente tecnico. Stando a quanto riferito ieri dal Viminale, l’aspirante governatore dell’isola avrebbe, infatti, presentato con ritardo il cambio di residenza da Roma a Isnello, non rispettando uno dei requisiti considerati irrinunciabili per candidarsi. La notizia ha colto di sorpresa l’esponente di Sel – che ha parlato di “misero golpe politico” – spingendo tutta la coalizione che lo sostiene ad approntare un piano alternativo.
Il ritardo di Fava – Cinque giorni di ritardo potrebbero bastare a invalidare la candidatura di Claudio Fava alla presidenza della Regione Sicilia. L’aspirante governatore avrebbe effettuato il cambio di residenza da Roma a Isnello (suo paese di origine) il 18 settembre scorso, con 5 giorni di ritardo rispetto al termine fissato dalla legge per partecipare alle competizioni elettorali. Il regolamento prevede, infatti, che il candidato risulti residente nel territorio almeno 45 giorni prima delle elezioni, considerando – di contro – inaccettabile la partecipazione di chi non riesce a rispettare tale requisito. Una precisazione che segnerebbe l’automatica esclusione del candidato di Sel alla corsa verso Palazzo d’Orleans.
La nota del Viminale – “In relazione ad alcune notizie relative ai requisiti della candidatura dell’onorevole Claudio Fava in occasione delle elezioni regionali in Sicilia – si legge nella nota diffusa ieri dal Viminale – si precisa che il ministro Annamaria Cancellieri ha fatto riferimento non ai termini di presentazione delle liste, ma al requisito della residenza per l’iscrizione nelle liste elettorali”. Un comunicato teso a sbugiardare le voci, che si sono rincorse per tutto il pomeriggio, secondo le quali la ventilata esclusione di Fava sarebbe stata causata da un ritardo nella presentazione delle liste elettorali.
Misero golpe politico – La reazione del diretto interessato non si è fatta attendere: “Se pensano di poterci escludere dalla competizione elettorale per un eventuale cavillo burocratico – ha scritto in una nota Fava – si deve sapere che aspetti formali, di discutibile fondatezza, non bloccheranno il progetto di cambiamento della Sicilia che stiamo portando avanti. Se ciò dovesse malauguratamente accadere – ha aggiunto l’aspirante governatore – lo potremmo considerare alla sorta di un misero golpe politico. Noi siamo in campo con determinazione e ancora maggiore forza. Le informazioni di cui disponiamo sull’andamento della campagna elettorale ci dicono che siamo nelle condizioni di farcela”.
Il piano b – Ma la preoccupazione all’interno della coalizione che sostiene Claudio Fava sarebbe alta, tanto che in nottata i vertici regionali di Idv, Verdi, Rifondazione comunista e Sel si sarebbero incontrati per approntare un ipotetico “piano b”. Nel caso in cui venisse formalizzata l’esclusione di Fava dalla competizione elettorale, a prendere il suo posto potrebbe essere il segretario regionale di Idv, Fabio Giambrone, mentre allo stesso Fava potrebbe essere riservata la vicepresidenza della Regione.
Maria Saporito