Oscar Giannino, voce scomoda, pungente, sferzante, talvolta anche un po’ catastrofica di Radio24, ha dato conferma ufficiale alle voci che si rincorrevano da tempo; pure lui si è buttato in politica, lanciando il movimento “Fermare il declino” (nato materialmente a Luglio). L’altro ieri al teatro Dal Verme di Milano si è tenuto un incontro di presentazione, che ha dato il via al tour lombardo del movimento. Giornalista economico di stampo profondamente liberista, senza alcun dubbio tra i più competenti, apprezzati e nello stesso tempo criticati del panorama mediatico, nella sua trasmissione mattutina quotidiana in onda sulla Radio di Confindustria, racconta da oltre un anno l’apparente inarrestabilità della crisi italiana. Un racconto accompagnato da quel “The end” (la fine, Nda), dei Doors, che Giannino inserisce costantemente all’inizio e alla fine della sua “Versione”, alle “nove in punto”, destreggiandosi sapientemente tra l’ironico e il tragico.
La scelta del nome del movimento, Fermare il declino è in evidente contrasto con la suddetta apparente inarrestabilità. Un uomo contro lo “Stato-ladro”, parole sue, Stato del quale mette a nudo incongruenze e malfunzionamenti. Come ad esempio l’enorme spread tra la velocità con cui la macchina pubblica ti chiede i (giustamente) i soldi delle tasse e quella con cui invece restituisce i crediti Iva alle imprese. Un punto questo, sul quale Giannino non ha mai dato segni di cedimento rispetto all’attenzione dedicatagli. Protagonista (assieme ad altri, ad esempio Sebastiano Barisoni) anche di importanti inizative solidali come “Disperati mai”, qualcosa in più di un semplice punto d’ascolto per imprenditori disperati e sull’orlo del suicidio, situazione che nei mesi passati ha profondamente colpito il sentire collettivo, il programma di Oscar Giannino e (conseguentemente) di “Fermare il declino”, non potrebbe essere più liberista (fin troppo, per i detrattori), come era lecito attendersi.
Tra i punti più dibattuti dalle forze politiche, la riduzione del debito pubblico sotto il 100% del Pil , da perseguire e conquistare, secondo Giannino e il suo movimento, attraverso ad esempio “l’alienazione del patrimonio pubblico”. E poi tagliare la spesa pubblica di almeno 6 punti, abbassare le tasse di 5, rendere più efficiente la giustizia, sostenere attraverso sussidi e formazione chi ha perso il reddito, lotta ai conflitti d’interesse, liberalizzazione pressochè totale dei mercati ( “trasporti, energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche”). Tra i punti, anche “l’introduzione di un vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo”. Fermare il declino, vicino a ItaliaFutura, è nato nel luglio scorso; i suoi promotori, oltre ad Oscar Giannino sono Michele Boldrin, Sandro Brusco, Alessandro de Nicola, Andrea Moro, Carlo Stagnarlo e Luigi Zingales.
Angelo Sanna