I dirigenti del Pd si sono dati appuntamento il prossimo 6 ottobre per il Congresso straordinario del partito. L’occasione ideale per rimettere mano allo Statuto e per sciogliere i troppi dubbi sulle primarie di coalizione. Stando ai beninformati, gli staff dei tre principali competitors (Bersani, Renzi e Vendola), starebbero cercando in ogni modo di raggiungere un accordo sul regolamento, ma i punti da definire sono tanti e potrebbero dare vita a polemiche velenose.
Strategie diverse – Mentre Matteo Renzi percorre l’Italia in camper portando in giro il suo comizio-show in vista delle primarie, il segretario Pier Luigi Bersani opta per un profilo più basso, intervenendo a incontri e manifestazioni pubbliche del partito. E Nichi Vendola? Nulla è deciso: il leader di Sel non ha ancora sciolto le riserve sulla sua partecipazione alle primarie di centrosinistra perché teme che possano trasformarsi in un redde rationem tutto interno al Pd. Uno scontro tra “faide”, a cui il governatore della Puglia non sarebbe disposto a prestarsi.
Regole da definire – I tanti misteri che avvolgono le primarie di centrosinistra dovrebbe svanire il 6 ottobre prossimo, quando il Congresso del Pd si riunirà per definire ogni cosa. Tra i nodi più urgenti da sciogliere, quello del “doppio turno”, dato ormai per favorito. A insistere sarebbero stati i “bersaniani” che avrebbero chiesto (e ottenuto) di istituire il ballottaggio nel caso in cui nessuno dei candidati riuscisse a ottenere il 50,1% dei consensi in prima battuta. Una mossa che potrebbe agevolare molto il segretario democratico e che ha spinto i più maliziosi a gridare al “complotto” ordito dalla solita nomenklatura per fare fuori il giovane “rottamatore”.
Elettori da schedare? – Ancora: chi potrà votare alle primarie? Dopo l’appello che il sindaco di Firenze ha platealmente rivolto agli elettori delusi di centrodestra, la tensione ha raggiunto picchi significativi. I democratici vicini a Bersani temono, infatti, che Renzi possa avere la meglio grazie all’apporto degli elettori non democratici. Da qui la proposta di porre dei paletti, concedendo solo ai militanti di centrosinistra di partecipare. Non solo: un apposito Albo dovrebbe essere compilato per scongiurare definitivamente il rischio di “contaminazioni elettorali”.
Difficili trattative – Resta poi da comprendere se, nel caso in cui venisse confermato il doppio turno, a votare al ballottaggio potranno essere solo coloro che lo hanno fatto anche al primo turno, e se la quota di partecipazione (dai 2 ai 4 euro) debba essere eventualmente versata solo una o due volte. Questioni che, secondo i beninformati, starebbero impegnando le equipe dei candidati in un estenuante “braccio di ferro”, portando la competizione alle stelle.
Maria Saporito