Sale la tensione tra gli schieramenti di centrodestra ai blocchi di partenza per la campagna elettorale. A infiammare la polemica tra Fli e Pdl la lettera di Valter Lavitola in cui il faccendiere confermerebbe l’organizzazione di un complotto ordito dai berluscones ai danni di Gianfranco Fini per metterlo fuori dal partito. La notizia ha spinto il presidente della Camera a sferzare furenti attacchi contro l’ex alleato e incoraggiato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, a imbastire l’impietosa controffensiva.
La sindrome anti-Cav – “Fini è incompatibile con la carica di presidente della Camera e deve alzarsi da quella sedia perché non onora la carica”. E’ quanto ha dichiarato ieri il segretario del Pdl, Angelino Alfano, intercettato in Sicilia in occasione di un comizio elettorale a sostegno dell’aspirante governatore, Nello Musumeci. “Il presidente del Senato Renato Schifani è un gigante di terzietà e sta dando esempio di come si dovrebbe fare il presidente di un ramo del Parlamento. Fini, invece – ha sottolineato Alfano – è afflitto da una grave sindrome, la Sma: sindrome monomaniacale antiberlusconiana”.
L’autodifesa di Fini – “Sta creando una situazione che non ha precedenti nella storia – ha rincarato l’ex ministro della Giustizia – Mi appello alla sinistra affinché si rimuova questa situazione. Bisogna fare qualcosa, finché siamo ancora in tempo, per bloccare questa deriva istituzionale che non porta onore alla Camera”. Parole durissime, a cui il presidente della Camera ha così replicato: “Le critiche espresse nei confronti del presidente Berlusconi sono state sempre fuori dall’Aula di Montecitorio”. “Sfido chiunque a trovare una mia parola di polemica nei confronti di chicchessia durante la mia funzione di presidente della Camera – ha ribadito il leader di Fli – Ho sempre rispettato il regolamento all’insegna della totale equidistanza” .
Maria Saporito