Grillo dipinto dal Washington Post: “Diverso dai populisti”

“Mi chiamano Hitler, ci chiamano nazisti, mi identificano come populista, ma non hanno capito”. Lo ha spiegato a più riprese Beppe Grillo che oggi è finito anche sul  Washington Post, il quale, riprendendo le sue dichiarazioni sulla natura dell M5s, ne ha delineato i principali tratti, per nulla populisti. “Siamo gente meravigliosa,  veri moderati” ha tenuto a dire ancora il leader del Movimento 5 stelle. Sulla questione euro ad esempio, Grillo non ha mai detto di voler uscire dalla moneta unica, ma di volere che “a decidere siano gli italiani, con un referendum”. Lo rimarca anche il Post che ripercorre le più recenti tappe dell’era Grillo, dalla diatriba con Martin Schulz, presidente dell’Europarlamento, alla proposta per l’Italia di non pagare il debito, visto che è stato fatto da altri,  e fare come l’Ecuador, che di pagare si è rifiutato ed è stato aiutato da mezzo Sud America.

Perchè, si chiede  il Washington Post, l’Europa trema per il “terremoto politico Grillo” ?. Perchè, si auto-risponde l’autorevole quotidiano Usa, “in Italia riesce a riempire il vuoto politico che c’è”. Italia definita come quella nazione che “con le prossime elezioni potrà costruire o distruggere (make or break) il futuro dell’euro“.  “E’ l’austerità” continua il Post, citando il popolare comico genovese, “a creare in tutta Europa movimenti populisti“, i quali però vengono distinti dall’M5s, “nato attraverso la rete”, con le sostanziali intenzioni di attuare una rivoluzione politica dal basso. Un simbolo di questa rivoluzione è, secondo la testata Usa, Federico Pizzarotti,  tecnico informatico e ora  anche Sindaco di Parma. Un Pizzarotti definito da Grillo come una “persona onesta e perbene” , durante il “Dies Iren” del 22 settembre scorso.

E sulle presunte similitudini con ipotetici ambienti nazisti e fascisti il Washington Post scrive: “Il nucleo dei seguaci di Grillo è tutto tranne che un movimento che si rifà ad estremisti amanti del Duce. Il suo movimento nasce a metà degli anni 2000, come un gruppo di netizens (cittadini della rete, Nda), interconnessi tra loro tramite i social media ed uniti dal disgusto per l’elite politica italiana”.

A.S.