Pdl: Berlusconi archivia il partito?

La notizia più concreta che sembra venir fuori dall’ennesimo vertice notturno convocato ieri a Palazzo Grazioli è quella relativa alla necessità di cambiare. A spiegarlo a chiare lettere sarebbe stato lo stesso Silvio Berlusconi, convinto di doversi lasciare alle spalle l’esperienza del Pdl. Ma sulle cose da fare le incognite rimangono troppe e le proposte sul tavolo ancora troppo fumose.

Cambiamento alle porte – Pdl da archiviare: sarebbe stata questa l’espressione utilizzata ieri da Silvio Berlusconi per annunciare ai suoi il de prufundis del partito fondato con Gianfranco Fini. Gli ultimi scandali e le montanti tensioni tra le varie “anime” del partito avrebbero spinto il Cavaliere a prendere lucidamente coscienza del fallimento, incoraggiandolo a optare per un cambiamento importante ed eclatante. L’ex premier starebbe pensando, infatti, di puntare su un evento “non convenzionale”, attraverso il quale vorrebbe dare vita a un progetto nuovo.

Le incognite – Fin qui le intenzioni, ma sulla reale natura del progetto le incognite rimangono troppe. “Io non ho intenzione di cacciare nessuno – avrebbe puntualizzato ieri Berlusconi – ma l’obiettivo a cui miro è quello di dar vita un nuovo progetto in grado di essere più competitivo alle prossime elezioni”. Come dire che l’ex presidente del Consiglio spera di proporre la sua nuova ricetta (vincente?) utilizzando sempre gli stessi ingredienti. Rimane fitto il mistero anche sulla sua possibile ri-candidatura, anche se la schiera dei pidiellini dubbiosi continua a ingrossarsi ora dopo ora. E non è chiaro neanche se il Cavaliere intenda dare vita a una serie di liste civiche, pronte ad accogliere facce nuove e “pulite” capaci di cancellare l’onta del vecchio partito.

Ancora in attesa – Nel corso dell’ultimo vertice-fiume, insomma, sarebbero state passate in rassegna diverse opzioni, ma su nessuna l’ex premier si sarebbe intrattenuto con particolare entusiasmo. Il clima di “sospensione” ben riferito da Daniela Santanchè continuerebbe a respirarsi, esasperato dall’unico diktat scandito ieri dal leader: adesso bisogna cambiare. Già, ma come?

Maria Saporito