L’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa formulata contro suo padre? Non sembra imbarazzare affatto il giovane Toti Lombardo, che in occasione del suo debutto politico ieri a Catania, ha indicato il genitore come “paladino” della lotta alla criminalità organizzata.
Un pesce spada in Sicilia – Il figlio dell’ex governatore siciliano, Raffaele Lombardo, ha tenuto ieri il suo primo comizio in un’affollata sala cinematografica di Catania. Il giovane autonomista – che sostiene la candidatura di Gianfranco Miccichè alla presidenza dell’isola – ha parlato ieri di lotta alla mafia, non tradendo alcun imbarazzo sulle accuse ipotizzate nei confronti del padre che lo hanno costretto alle dimissioni. E prima di inoltrarsi nei passaggi più vibranti del suo discorso, il giovane Toti non ha mancato di ironizzare sul suo conto: “I giornalisti mi chiedono se sono un trota o un tonno – ha esordito – Noi siamo dei pesci spada, non chiedetemelo più, e infilzeremo qualche squaletto della politica”.
La verità negata – “Noi vogliamo innanzitutto la verità su chi ha ucciso Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – ha scandito il figlio dell’ex governatore – Vogliamo la verità che è stata negata a una generazione che non sa chi ha ucciso non materialmente, perché quello più o meno lo abbiamo saputo, ma chi ha mandato quelle persone a uccidere i nostri modelli. Quelli sono i nostri modelli e non ce li toglierà nessuno – ha sottolineato Toti Lombardo – Se una lotta alla mafia è stata fatta è quella reale di questi anni di governo presieduto da mio padre, che ha tolto miliardi di lucro alle famiglie mafiose”.
L’antimafia del padre – “E’ questa la vera lotta alla mafia – ha concluso con enfasi Lombardo jr – Non l’antimafia delle chiacchiere, non l’antimafia dei salotti, non l’antimafia della vergogna che non ha portato nulla in Sicilia”.
Maria Saporito