Ospite dalla trasmissione Che tempo che fa (su Rai3), il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha lanciato una “stoccata” a Matteo Renzi: “Non basta dire che si fida di me, deve fidarsi del partito”, ha sottolineato Bersani. Parole che dimostrano come l’apparente pax siglata sabato scorso nel corso dell’Assemblea nazionale faccia, in realtà, da schermo a tensioni ancora irrisolte. E sul caso Fiat: “Bisogna capire se è in grado di far ripartire la produzione – ha osservato il democratico – altrimenti ci si deve guardare intorno”.
Fiducia al partito – “Ringrazio molto Renzi che ha detto che si fida di me, anch’io mi fido di me”. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha (ben)pensato di liquidare con una battuta le polemiche montate intorno all’Assemblea nazionale del partito che sabato doveva decidere sul regolamento delle primarie. Una battuta condita, però, da una piccata precisazione: “Se ci tiene un po’ si fidasse anche del partito e delle regole che ci siamo dati per le primarie”, ha aggiunto il segretario. Tanto quanto basta a far capire che la reazione a caldo del “rottamatore” (assente all’assise di sabato) che si è limitato a dichiarare: “Mi fido di Bersani”, non è piaciuta troppo al diretto interessato.
Assente ingiustificato – “Avrei gradito che ci fosse ieri – ha spiegato Bersani – Questo non mi è piaciuto. E non si dica che non è un membro del partito perché lo è. Non basta dire mi fido di Bersani, bisogna anche fidarsi del collettivo, se ci si tiene”. “Il fatto che non sia venuto è una cosa che ha colpito molti – ha rincarato il segretario – ricordo che qualcuno è venuto anche con attaccata una flebo senza fare nome e cognome”. Una “strigliatina” a cui il sindaco di Firenze potrebbe presto replicare, magari affidando ai social network (come abbondantemente fatto nei giorni scorsi) la sua risposta.
Non solo primarie – Ma il segretario del Pd, che ambisce a raggiungere Palazzo Chigi, è stato interpellato anche su questioni più “serie”, come quella che riguarda l’Ilva di Taranto, su cui pende la spada di Damocle dell’imminente chiusura: “Bisogna assolutamente trovare, e credo sia possibile, una strada per un netto miglioramento delle condizioni ambientali senza rendere irrecuperabile l’attività produttiva”, ha affermato Bersani. E la sua posizione sul dossier Fiat? “Bisogna chiedere a Fiat se è in condizioni di investire in modo sufficiente a garantire una produzione agli stabilimenti che viaggiano al 10-20% della loro capacità – ha spiegato il democratico – Se non è così bisogna guardarsi in giro“.
Una situazione curiosa – “Noi siamo in una singolarissima situazione – ha continuato il leader del Pd riferendosi allo stabilimento del Lingotto – siamo un Paese monomarca da 25 anni, ma facciamo meno auto rispetto a Paesi plurimarca come la Germania o di Paesi senza marche come Spagna e Gran Bretagna. E’ una situazione un po’ curiosa. Bisogna vedere se Fiat ha il fisico per reggere un settore automobilistico in Italia o se invece – ha ribadito Bersani – bisogna guardarsi attorno”.
Maria Saporito