L’assessore pdl alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, è finito oggi in manette con l’accusa di aver comprato voti alla ‘ndrangheta. L’uomo della giunta Formigoni avrebbe acquistato, secondo le indagini degli inquirenti, un pacchetto di 4mila voti pagando un totale di 200mila euro, circa 50 euro a preferenza, per riuscire a essere eletto alle elezioni regionali del 2010. L’ultimo versamento, pari a 30mila euro, sarebbe stato effettuato il 15 marzo scorso, per ringraziare i boss dei consensi ottenuti.
La vicenda testimonia come il legame tra criminalità organizzata e politica sia forte anche in Lombardia, non solo nelle regioni del sud Italia, e il procuratore aggiunto Ilda Boccassini si dice seriamente preoccupata dalla vicenda venuta alla luce oggi, poiché la funzione del politico, nel caso specifico, viene seriamente compromessa e messa a disposizione dei boss della ‘ndrangheta, rendendo poi impossibile sottrarsi a minacce e intimidazioni e agire in autonomia.
I soldi pagati dall’assessore Zambetti, sarebbero finiti nelle tasche di due colletti bianchi della ’ndrangheta: Giuseppe D’Agostino, gestore di locali notturni e legato al clan Morabito-Bruzzaniti di Africo, già condannato nell’ambito dell’inchiesta sull’Ortomercato, e Costantino Eugenio, gestore di negozi per il clan Mancuso di Palmi. Nell’inchiesta sarebbero state arrestate altre 20 persone, a vario titolo coinvolte nell’organizzazione criminale che si occupava anche di estorsioni e traffico di materiale edile, gru ed elevatori, rubato e rivenduto all’estero. Almeno 60 gli imprenditori che dovranno essere interrogati nei prossimi giorni.
Marta Lock