Gli Equilibristi: un film che è un pugno nello stomaco, da vedere

Gli Equilibristi è un film italiano presentato all’ultima edizione del Festival di Venezia, si può asserire tranquillamente che quest’opera diretta da Ivano di Matteo risulti ben più intensa ed urgente di altre pellicole presentate in pompa magna presso il Lido. Una storia di tanti, figlia delle idiosincrasie di questi anni, di questa maledetta crisi, non soltanto meramente economica quanto umana. Squallore e noia di un uomo, Giulio, interpretato da un Valerio Mastandrea talmente perfetto da risultare non traducibile su carta, che ha una banalissima e mediocre relazione extraconiugale; amplessi a buon mercato nel magazzino delle poste entro le quale lavora. E’ un padre attento ed amorevole ed in fondo ama, nel modo sbagliato, la moglie: interpretata da Barbara Bobulova, misurata e perfetta.

La separazione è il dazio da pagare per quelle boccate di aria fresca, che nulla valevano, che Giulio si è concesso calpestando la dignità di una moglie che perisce al cospetto di quell’ingerenza nel talamo piccolo borghese che i due si sono costruiti. Giulio deve pagare il mantenimento dei figli, un nuovo affitto e scopre, in modo spinoso e degradante, che 1.200 euro non servono a coprire queste spese. Pian piano Mastandrea racconta una discesa all’inferno qualunque, qualunque soltanto perché tristemente diffusa, ma non per questo meno devastante e trascurabile. Un doppio lavoro che non basta, una solitudine che divora, complice un Natale di sottofondo che acuisce il dolore e la malinconia di quello status di vinto che finisce con il dormire in macchina, nutrirsi alla mensa per indigenti e lavarsi nei bagni pubblici.

Ed è nel volto perso, smarrito; ed è in quel labbro tagliato dal freddo e dall’incuria, nello sguardo vacuo di un Valerio Mastandrea all’apice della sua, già sfacciata, bravura che si condensa un film importante, angosciante: che da commedia precipita in tragedia così come la vita di Giulio. Nessun pietismo facile, solo il violento pugno nello stomaco che lo spettatore riceve davanti alla più feroce realtà. Questo non è un film, questa è la storia di molti in perenne equilibrio sulle macerie della propria vita, che continuano a camminare su un filo che si assottiglia sempre più, trasformandosi in lama. Manca solo un cagnetto al fianco di Giulio e poi il pensiero non potrebbe che correre ad Umberto D. Tirate fuori il coraggio, svegliatevi dal torpore dei nidi che vi accolgono e andate a vedere cosa succede quando un equilibrio salta e la disfatta bastarda arriva inaspettata alle spalle: andate a prendervi questo pugno, che ci riguarda, eccome se ci riguarda.

Valeria Panzeri