Il partito di Silvio Berlusconi, percorso da diatribe intestine particolarmente allarmanti, si è ieri ricompattato intorno alla legge di stabilità messa a punto dai Professori. Il testo – che prevede una serie di misure di “contenimento” – ha, infatti, calamitato su di sé la bocciatura convinta di tutti i pidiellini, che hanno puntato il dito contro l’aumento dell’Iva.
La bocciatura dei berluscones – La manovra del governo non piace affatto al Pdl: “Per noi bisogna abbassare le tasse, tagliando la spesa e il debito – ha spiegato ieri Luigi Casero, responsabile Economia del partito – Il governo ha fatto un’operazione di marketing politico, perché in un momento di crisi come quello attuale si rischia di comprimere ancora di più i consumi“. A rincarare la dose è stato il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi: “Da una prima lettura – ha esordito il pidiellino – sembra che la legge di stabilità contenga una serie di provvedimenti senza una direzione chiara e netta, molto probabilmente perché risente di un problema di rapporto tra la presidenza del Consiglio e il ministero dell’Economia”.
Contro l’aumento dell’Iva – “Hanno diminuito l’Irpef di un punto – ha osservato Lupi – ma dove prendono la copertura? Dall’aumento dell’Iva e questo non va bene. Ancora una volta è una compensazione di pressione fiscale, ma l’Iva va a ridurre i consumi e non aiuta in un momento di recessione come questo”. E una “stroncatura” al testo elaborato dal governo Monti è arrivata anche da Maurizio Gasparri: “Non si può rendere ancora più pesante il carico fiscale – ha scritto in una nota il capogruppo dei senatori del Pdl – Aumentare l’Iva significa togliere altri soldi alle famiglie e questo non viene compensato dal mini taglio dell’Irpef. L’aumento della pressione fiscale, infatti, metterebbe ancora più in difficoltà i cittadini e l’economia reale. Il Popolo della Libertà, nel confronto parlamentare – ha anticipato Gasparri – avanzerà altre proposte volte a ridurre il peso delle tasse e soprattutto per aggredire il debito pubblico, il vero macigno che minaccia il futuro dell’Italia”.
Maria Saporito