Per il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, la via imboccata dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, conduce a un cul de sac. Da qui l’invito rivolto al ciellino a rassegnare le dimissioni per evitare che la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica si trasformi in rovinoso astensionismo. “Si è superato il limite – ha constatato il sindaco meneghino dalle colonne della Repubblica – a questo punto non si può andare avanti”.
Tornare a votare – L’arresto dell’assessore lombardo, Domenico Zambetti, ha segnato il punto di non ritorno. E’ quanto ha spiegato questa mattina il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, al quotidiano La Repubblica: “Quando ci sono, come pare evidente, elementi concreti per individuare un collegamento tra un rappresentante delle istituzioni e la ‘ndrangheta – ha detto il primo cittadino – quando di fronte a fatti come questo la maggioranza di governo della Regione non trova di meglio che mettere insieme un compromesso squallido e vergognoso, allora si deve dire con chiarezza che l’unica cosa da fare, ciò che il senso di responsabilità e il rispetto delle istituzioni impongono è dimettersi e restituire ai cittadini la possibilità di scegliere”.
Penati come Formigoni – “L’idea che la criminalità organizzata – ha insistito il meneghino – sia in grado di penetrare fino al cuore dell’amministrazione pubblica è un colpo mortale alla credibilità delle istituzioni e causa una perdita di fiducia forse irreversibile da parte dei cittadini. Se si va avanti così, gli elettori non ci saranno più. Crescerà enormemente l’astensione, i voti andranno all’antipolitica o, peggio – ha continuato Pisapia – a chi pensa di usare la politica per i propri scopi personali. L’abbiamo già visto”. Un chiaro invito al rinnovamento, rivolto in primis al governatore lombardo, Roberto Formigoni, ma anche a chi ha sbagliato all’interno della sua stessa coalizione. Come, ad esempio, Filippo Penati: “È evidente a tutti, a lui per primo, che il suo caso imbarazza l’intero centrosinistra – ha osservato il sindaco di Milano – Per lui vale tutto ciò che ho detto per Formigoni”.
Verso la ribellione civica – Cosa fare allora? “La politica si salva – ha spiegato Pisapia – solo se è capace di autoimporsi un rinnovamento profondo e se torna a parlare con il territorio”. “Bisogna confrontarsi non solo tra partiti, ma anche con l’associazionismo, il volontariato, la cittadinanza attiva – ha precisato il primo cittadino – Coinvolgere, allargare. Solo così riusciremo a far partire la ribellione civica che avvertiamo necessaria”.
Maria Saporito