Un patto siglato per dare forma alla coalizione che si candida a guidare il Paese. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, quello del Psi, Riccardo Nencini,e il leader di Sel, Nichi Vendola, hanno presentato ieri la Carta d’intenti del centrosinistra, il documento orientato a fornire la bussola alla coalizione che spera di ereditare la “staffetta” dai Professori. Tra i punti cardine del testo: la politica economica a chiara vocazione europeista, l’attenzione destinata ai temi sociali e all’uguaglianza, con esplicito riferimento al riconoscimento delle coppie gay. La carta – concepita per andare “oltre l’agenda Monti” – ha già attirato la critica di molti esponenti politici, tra cui il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini.
Niente Monti a sinistra – Europa, democrazia, lavoro, sviluppo sostenibile, libertà, sapere: sono queste alcune delle parole chiave inserite con insistenza nella Carta d’intenti del centrosinistra, presentata ieri a Roma dai tre firmatari (Bersani, Nencini e Vendola). Il documento (concepito come un vero e proprio patto d’alleanza) non rimanda alle misure adottate dal governo Monti, ma punta piuttosto a sciogliere alcuni nodi sul futuro modus operandi della coalizione. In caso di controversie, ad esempio, la decisione finale verrà presa a maggioranza, mentre la formazione del futuro (eventuale) governo eviterà di favorire le solite logiche spartitorie e tenterà, piuttosto, di costruire un organismo “snello”.
La preoccupazione di Casini – La completa “dimenticanza” dell’agenda Monti nel testo ha spinto a pensare che i firmatari abbiano scelto di “sconfessione” quanto fin qui fatto dai Professori. Una chiave di lettura fornita, ad esempio, dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini: “Francamente sono preoccupato come uomo italiano e come politico – ha dichiarato a commento della Carta d’intenti del centrosinistra – L’ipoteca di Vendola sulle primarie è superiore a quella di Renzi”. Una “puntura” a cui il leader di Sel ha così replicato: “Ho letto che Casini è preoccupato, ma quando è tranquillo lui di quanto accade nel fronte progressista è l’Italia a essere preoccupata”.
L’entusiasmo di Bersani – “Si rassegni – ha rincarato il governatore della Puglia – anche se c’è chi pensa che l’Italia debba essere per sempre il Paese dei gattopardi, dove occorre cambiare tutto per non cambiare nulla. Nella carta non c’è riferimento a Monti perché noi andremo oltre la sua agenda”. A rispondere al centrista è stato anche Pier Luigi Bersani: “Casini non si preoccupi – ha detto il segretario del Pd – perché questa è una bella giornata, non solo per noi ma per l’Italia”. “Il nuovo patto per la coalizione di centrosinistra sarà vincolante per non ripetere l’esperienza del passato – ha aggiunto il democratico – Le primarie sono la più bella cosa che la politica può offrire oggi e noi ne siamo orgogliosi. Da oggi si comincia e noi ci stiamo prendendo un rischio, quello della partecipazione“.
Democratici in allarme – Ma il patto siglato ieri a Roma ha provocato mal di pancia anche all’interno del Pd, dove la “fronda” capitanata dai moderati Beppe Fioroni e Walter Veltroni ha salutato con preoccupazione l’omissione dell’agenda Monti nel documento. E ha avuto da ridire anche il “rottamatore” Matteo Renzi: “E’ un documento molto generico e generale che non crea nessun tipo di problema – ha osservato – Poi ciascuno lo riempirà di propri contenuti”. E sulle regole delle primarie (che verranno convocate il 25 novembre e prevedono l’istituzione di un Albo degli elettori): “Il nostro entusiasmo è più forte delle loro regole”, ha tagliato corto il sindaco di Firenze.
Maria Saporito