
Recentemente lo abbiamo visto nei panni di Corrado Muraro nella fiction “Il commissario Nardone”. A breve Luigi Di Fiore ritornerà in televisione con in altre due fiction: “Rosso San Valentino” e “Barabba”. Ce ne parla in un’intervista che ci ha concesso.
Martedì 9 ottobre è andata in onda l’ultima puntata della fiction “Il commissario Nardone”. E’ stato difficile interpretare Corrado Muraro? Interpretare Corrado Muraro è stato un piacere che non ha comportato nessuna fatica. Non intendo dire che l’impegno non sia stato dispendioso da un punto di vista delle energie impiegate. Dare al personaggio quella forza e complessità che richiedeva è stato un percorso lungo ed intenso. Ma quando si ha a disposizione un materiale così ricco di spunti si prova un grande piacere nell’applicarsi. Un grazie doveroso a chi ha scritto una così monumentale opera di storie appassionanti, credibili, entusiasmanti, vere. Ora che tutto appartiene alle cose già avvenute c’è la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro. La speranza di poter perseverare e proseguire sulla strada intrapresa.
A breve ti vedremo in un’altra fiction Rai: “Rosso San Valentino”. Cosa puoi anticiparci su questa serie tv? Tutto quello che posso dire di “Rosso San Valentino” è che il mio personaggio, Vittorio, è molto complesso. Un personaggio che vive su una sedia a rotelle non può essere facile. Una prova superata grazie alla sapiente direzione di Fabrizio Costa, regista anche de “Il commissario Nardone”, che è un punto di riferimento, ormai irrinunciabile, per me. Lo stimo tanto da seguirlo, con piacere, nelle strade più impervie dell’animo umano rivelate dai personaggi che mi propone.
E invece nella fiction “Barabba”, che dovremmo vedere nel periodo della Pasqua del 2013, che ruolo interpreti? Druso Pollione, un nobile dell’antica Roma che si diletta ad organizzare lotte gladiatorie per soddisfare gli istinti più retrivi del suo console. Un personaggio potente, rabbioso. Mi sono divertito molto. Girato in lingua inglese mi ha permesso di recitare con attori del calibro di Billy Zane.
La soap opera “Un posto al sole” ti ha dato parecchia visibilità. Se ne sono dette tante sulle motivazioni del tuo abbandono. Ci chiarisci i reali motivi per i quali hai deciso di lasciare la soap? Penso che sia arrivato il momento di mettere la parola fine a qualunque polemica oramai destinata alla sterilità.
Nel 2009 hai vinto il Palmares come miglior attore al Festival du cinema de Paris. Cosa hai provato appena hai ricevuto il premio? La gioia è stata molto intensa. Il secondo pensiero era rivolto, con rammarico, all’idea di come sia difficile far riconoscere la bontà di un proprio percorso in un Paese come l’Italia che sembra soffrire di un declino inarrestabile. Il premio l’ho preso per “Emilia Galotti” un film di Alessandro Berdini.
Laura Errico