Severino: Sì alla fiducia sul ddl corruzione

A Palazzo Madama hanno votato sì 228 senatori, 33 i no e due gli astenuti. Si tratta della 39ma fiducia incassata dal governo Monti.

Il ministro della Giustizia Paola Severino ha deciso di porre la fiducia sul ddl anti-corruzione: “A nome del governo, espressamente autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia su un unico emendamento che sostituisce interamente il testo dall’articolo 1 all’articolo 27” ha esordito la Severino che ha spiegato che se fossero stati inseriti i cosiddetti reati “satellite”,  falso in bilancio, voto di scambio, autoriciclaggio e questione prescrizione, il processo si sarebbe ulteriormente rallentato. Il ministro ha voluto sottolineare che nel momento in cui la legge anticorruzione verrà definitivamente approvata verranno anche prese le misure per arrivare ad attuare l’incandidabilità dei condannati, perché “il governo mantiene i propri impegni così come li ha mantenuti su questo ddl”.

Ritornando sul paragone da lei fatto nei giorni scorsi tra l’Italia di oggi e l’Italia di Mani Pulite – “Stiamo vivendo una seconda Tangentopoli, aveva detto la Severino – ha ribadito la volontà e la necessità di attuare questo ddl: “L’importante è che per la prima volta nella storia italiana si affronti il problema della corruzione con tempestività, al contrario di quando, all’epoca di Mani pulite, la politica cercò di frenare l’azione della magistratura”. “La corruzione mina in radice il principio di uguaglianza che vuol dire pari opportunità di tutti i cittadini di poter concorrere a poter realizzare le loro aspirazioni”, ha continuato il ministro alla Pubblica Amministrazione Patroni Griffi, replicando al Senato dopo l’intervento di Paola Severino.

Mario Monti ha commentato: “Per l’Italia ci metto la faccia. Ma siamo in dirittura d’arrivo. Io non posso non ritenere che anche una legge seria contro la corruzione sia fondamentale per attrarre gli investimenti e per sbloccare anche per quella via la crescita del Paese”.

I. F.