Calciopoli – E’ arrivata la sentenza della Corte dei Conti, nella sezione giurisdizionale del Lazio, che ha condannato gli arbitri implicati nello scandalo di calciopoli ad un risarcimento di poco inferiore ai 4 milioni di euro. La sentenza, verso la quale potrà essere fatto appello, è motivata con i danni d’immagine che la Federcalcio avrebbe subito in seguito allo stesso scandalo. Non sono mancate le reazioni. L’ex arbitro Paolo Bertini accusa: “Sconcertante: chi ha deciso lavora in Figc!”. Paolo Bergamo, ex designatore arbitrale, ha parlato a Radio 24: “La condanna della Corte dei Conti? Nessuna sorpresa. Ma io sono innocente, non ho danneggiato io l’immagine della Federcalcio e dello Stato. E al processo penale di Napoli, rinuncio all’eventuale prescrizione per continuare la mia battaglia legale“.
Conflitto – Le parole di Bertini trovano effettivamente un certo fondamento: “Basta vedere chi ha firmato il provvedimento e poi fare un salto sul sito della Federcalcio“. Il riferimento è ad Ivan De Musso, magistrato della Corte dei Conti e allo stesso tempo facente parte della sezione FIGC che riguarda la giustizia sportiva. Insomma, un’esponente FIGC che condanna ad un risarcimento verso la FIGC stessa. Una scelta un po’ infelice, dato l’evidente conflitto d’interessi. Bertini poi, al Corriere dello Sport, aggiunge: “Aspettavamo questa sentenza da quattro mesi e caso strano arriva proprio nel momento in cui è in discussione il rito abbreviato a Napoli. E poi la Federcalcio chiede soldi a me dopo avermi assolto due volte in sede sportiva“.