Affective Computing: quando le macchine capiscono i sentimenti

Affective computing, sentimenti – E’ il sogno dell’uomo quello di avere a che fare con macchine che provano sentimenti. E’ infatti allo studio una macchina che riesce ad interpretare le sensazioni umane, che conosce e capisce il nostro stato d’animo nel momento in cui ci si siede davanti ad essa. In una scuola del Cairo molte studentesse studiano nei loro pc le espressioni del volto umano: una scoperta in tal senso potrebbe aiutare l’umanità, lasciando intendere quando l’attenzione di uno studente cala, quando qualcuno ha bisogno di una persona di sostegno e chi non riesce ad esprimersi in maniera chiara.

Si chiama affective computing – Questo nuovo sistema, che avvicinerebbe le macchine all’universo umano, si chiama Affective Computing: “l’universo digitale ad oggi non è ben provvisto di modi per esprimere le nostre emozioni” spiega una ricercatrica al New York Times. Un primo prototipo di questo tipo di macchine esiste già: si chiama Charlie ed è stato creato alla Cambridge University. Il suo inventore si è ispirato alla navigazione satellitare che lo indirizzava sempre su strade trafficate: col nuovo dispositivo Charlie invece, le emozioni, le frustrazioni del guidatore sono sufficienti per far cambiare percorso alla navigazione. Un progetto siffatto però non piace a tutti, le prime critiche sono già arrivate: “Vorremmo mantenere un certo controllo su come ci mostriamo agli altri”, dice Nick Bostrom dell’Università di Boston.