Il Csm bocca il ddl – Parere negativo è stato espresso dal Consiglio Superiore della Magistratura nei confronti del ddl anticorruzione appena approvato dal Senato.
Il quotidiano Repubblica anticipa il contenuto del documento, circa otto pagine, che sarà presentato dal Csm, che spiega i rischi correlati al ddl e sottolinea la necessitò di “porre in evidenza il grave rischio di avviare riforme di diritto sostanziale, inserite nell’attuale metodo di calcolo della prescrizione dei reati, che possono far lavorare a vuoto il sistema”.
E’ sul reato di concussione per induzione che si concentra la critica: “Arretramento particolarmente significativo”, dice il Csm, “le pene troppo basse rischiano di far girare il sistema a vuoto”.
Al momento, spiega Repubblica, “nel codice penale c’è una sola concussione, articolo 317, punita da 4 a 12 anni, con prescrizione 15 anni. Se passa l’attuale testo del ddl anti-corruzione ce ne saranno due.
La prima concussione per costrizione sarà punita da 6 a 12 anni con stessa prescrizione; mentre la seconda, ovvero quella per induzione, prevederà pene da 3 a 8 anni, con prescrizione a 10 anni”.
E’ proprio questo, secondo il Csm, che rappresenta più un arretramento che altro.
“La condotta di induzione, il nuovo articolo 319 quater, prevede una sanzione edittale sensibilmente inferiore a quella fino a oggi applicata. Ciò oggettivamene costituisce un arretramento particolarmente significativo nell’attività di contrasto di un comportamento che oggi risulta essere la forma statisticamente più diffusa di integrazione del reato di concussione”.
Per questo il Csm precisa: “Oltre che sul piano operativo, con la sensibile riduzione dei termini di prescrizione del reato, la diminuzione di pena costituisce un segnale simbolico incoerente con le intenzioni che animano l’impianto complessivo delle modifiche proposte, volte a determinare un rafforzamento del contrasto al fenomeno illecito”.
Matteo Oliviero