Facebook: una bufala l’intrusione da parte del ministero degli Interni

Facebook, messaggio utenti – “Sarà capitato anche a voi”, recita un celebre ritornello. Nel caso specifico, vi sarà capitato spesso di visualizzare un messaggio su Facebook recante: “il ministero degli Interni ha ottenuto le chiavi per entrare nei profili“. In realtà, ciò che pareva sembrare una notizia sinistra e in qualche modo minacciosa si è dissolta in una bolla di sapone. Tramite il proprio profilo Facebook, la polizia postale ha precisato come questo allarme risulti infondato, poichè per visionare un profilo, una pagina od un gruppo, la stessa polizia ha bisogno di una rogatoria internazionale disposta ed autorizzata dalla magistratura.

Social Network bugiardi – Diverso il discorso se una pagina mostra materiale pedopornografico: in quel caso la polizia può intervenire autonomamente chiudendo la pagina immediatamente. Un passaggio del comunicato mostrato nella pagina della polizia postale, dice: “Per obbligare Facebook a rivelare dati essenziali sui propri utenti, tra cui nomi, data di registrazione, dati di carte di credito, indirizzi e-mail e, se disponibile, un indirizzo IP da cui è stato effettuato l’accesso di recente, è necessario che venga emesso un mandato di comparizione valido nell’ambito di un’indagine ufficiale [(ai sensi del Titolo 18 U.S.C., Articolo 2703(c)(2)]“. Si è trattato insomma del classico allarme lanciato dal solito utente animato dalla voglia di far esplodere un caso all’interno del social network. Ma questi allarmi infondati, si sa, nascono e muoiono nel giro di poche ore, smascherati dalla rete di contatti che proprio Facebook facilita.