A Beirut un’autobomba esplode nel quartiere cristiano, ben 8 i morti e 80 i feriti. L’esplosione è avvenuta nei pressi della sede della radio ‘Voice of Lebanon‘, del segretariato generale del partito “14 marzo” e di una banca. Alcune agenzie stampa parlano addirittura di due esplosioni ravvicinate. L’autobomba era carica di esplosivo tanto di aver spostato il veicolo a decine di metri di distanza ed ha provocato un cratere di oltre un metro e mezzo di profondità e fatto volare i pezzi anche a 20 metri di altezza in un cantiere edile. L’attentato è avvenuto nei pressi della Falange cristiana,dove ormai 20 anni fa fu ucciso Bashir Gemayel. al tempo presidente libanese e fondatore della Falange.
All’attentato era presente il ministro delle Telecomunicazioni libanese, il cristiano Nicholas Sehnaoui che ha dichiarato: “Non dobbiamo fare commenti, né cadere nella trappola di chi vuole creare divisioni nel Libano, questo è il momento di rimanere uniti”. Domani in Libano sarà lutto nazionale, a denunciare la violenza anche il Vaticano che tramite il portavoce Federco Lombardi ha espresso solidarietà: “L’attentato a Beirut merita la più ferma condanna, per l’assurda violenza omicida che manifesta e perché è contrario agli sforzi e all’impegno per conservare una convivenza pacifica nel Libano”.
I. F.