Casini in Sicilia: Alleanza col Pd esportabile, nel Pdl dibattito schizofrenico

Anche il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, è sbarcato ieri in Sicilia. Dopo la traversata a nuoto di Beppe Grillo e la trasferta di qualche giorno fa di Pier Luigi Bersani, anche il centrista ha scelto di raggiungere l’isola che si prepara a eleggere il suo nuovo governatore. “L’alleanza col Pd potrebbe essere un modello esportabile”, ha concesso l’ex presidente della Camera, che ha aperto a un’intesa con i progressisti che rinunciano al populismo e all’estremismo. E sul Pdl“Da rottamare è Berlusconi, non certo Alfano”, ha chiarito Casini.

Prove di alleanza – A Pier Ferdinando Casini non sfugge che il risultato delle imminenti elezioni regionali in Sicilia (il prossimo 28 ottobre) potrebbe indicare la via da imboccare anche a Roma. Per questo, giunto ieri nell’isola per sponsorizzare la candidatura di Rosario Crocetta, il centrista ha aperto alla possibilità di rinforzare i rapporti con i democratici al di là dello Stretto. “Sosteniamo Crocetta poiché riteniamo che sia importante questo raccordo qui in Sicilia tra progressisti e moderati ha spiegato – L’alleanza con il Pd potrebbe essere un modello esportabile anche a livello nazionale, ma prima è importante vedere qui il responso degli elettori. Un uomo politico non può essere arrogante – ha continuato Casini – fa delle scelte e poi vede cosa ne pensano gli elettori. Speriamo che vi sia un messaggio preciso, che andiamo sulla via giusta”.

Pdl schizofrenico – “Non siamo alle prove generali di niente – ha precisato il leader dell’Udc – ma qui c’è un Partito democratico che ha rifiutato il populismo e l’estremismo”, con il quale, ha sottinteso il centrista, è stato possibile cementare un’intesa. E volgendo lo sguardo allo schieramento di centrodestra: “Nel Pdl è in corso un dibattito schizofrenico – ha osservato l’ex presidente della Camera – Mi ha colpito molto quello che ha detto Daniela Santanchè a proposito di rottamare il Pdl. Vuole rottamare Alfano e salvare Berlusconi. E’ una strana rottamazione. Per me, dopo i fallimenti di questi anni – ha spiegato Casini – da rottamare è Berlusconi e non Alfano”. “Sono aperto al dialogo con Alfano – ha poi aggiunto il centrista – ma prima si deve capire cosa accadrà qui in Sicilia”. 

Il montismo in Sicilia – La partita siciliana potrebbe, insomma, definire gli equilibri politici nazionali e per questo viene preparata con particolare scrupolo dai vari leader. “Mi sembra importante che ci sia una responsabilità comune – ha precisato sul finale Casini – Chiunque vinca deve cercare di tenere presente gli altri, di non dividere in amici e nemici, ma di essere il presidente di tutta la Regione e di copiare lo spirito che Monti ha evidenziato il numero uno dell’Udc – ha adottato a livello nazionale”.