Da una parte l’inamovibile governatore, dall’altro il novello fustigatore padano. La tensione tra Roberto Formigoni e Roberto Maroni non accenna a smorzarsi e punta, anzi, a trasformarsi in una disputa elettorale senza esclusione di colpi. Dopo il “c’eravamo tanto amati” (o semplicemente sopportati), i due sembrano orientati a calare la maschera per mostrare il volto duro della competizione. A dividerli c’è il governo della Regione più ricca d’Italia che il ciellino vorrebbe lasciare in eredità a un esponente del Pdl (preferibilmente Gabriele Albertini), mentre il segretario della Lega vorrebbe conquistare per sé o per qualcuno dei suoi adepti.
I referendum della Lega – Un week end di mobilitazione per ridestare l’orgoglio padano in Lombardia. La dirigenza del Carroccio ha chiamato a raccolta fan e militanti per una due giorni di referendum volti a decidere le sorti della Regione. Tra i quesiti proposti: la scelta tra l’election day (fortemente sponsorizzato da Maroni &co.) e la data di dicembre o gennaio indicata, invece, dal governatore uscente. Non solo: i lombardi che decideranno di raggiungere i gazebo allestiti dalla Lega potranno esprimere la loro preferenza anche sul nome del candidato alla presidenza della Regione. Carica a cui lo stesso Roberto Maroni guarderebbe con grande interesse, ingolosito dalla possibilità di mettere nel “forziere” padano anche il governo della Lombardia (dopo quello del Veneto e del Piemonte).
Quando si vota? – “Ho fatto pulizia all’interno della Lega, ora la voglio fare nel palazzo della Regione dove abbiamo visto che la ‘ndrangheta è riuscita ad entrare”, ha detto ieri il segretario federale del Carroccio. Che è tornato a battere sul tasto dell’election day: “C’è una legge che dice che per risparmiare – ha ribadito Maroni – tutte le elezioni si devono accorpare nello stesso giorno. Buttare nel cestino 50 milioni di euro è un insulto nei confronti di chi fa fatica ad arrivare a fine mese”. Gli ha riposto a stretto giro il governatore ciellino: “Mi spiace dover smentire ancora Roberto Maroni – ha twittato Formigoni – ma il governo mi ha confermato che andremo al voto in tempi molto rapidi”.
Una camomilla per il presidente – Il presidente della Regione Lombardia ha dato il via ieri alla sua campagna elettorale partendo proprio dalla città natale di Maroni, Varese. Dove ad accoglierlo ha trovato una delegazione di leghisti che gli ha provocatoriamente offerto una grossa tazza di camomilla con l’invito a calmarsi. Formigoni ha risposto con uno stirato sorriso, ma più tardi su twitter ha commentato: “La camomilla della Lega è un composto che dà sonnolenza“. Interpellato sui prossimi progetti (il governatore ha confermato di non volersi ricandidare alla guida della Regione): “Un futuro in Parlamento potrebbe piacermi – ha confessato il ciellino – Ma in questo momento i miei pensieri sono concentrati sulla Lombardia che voglio lasciare in ottime mani”. E che le mani a cui si riferisce Formigoni siano quelle dell’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, è faccenda ormai nota a tutti.
Un pidiellino al Pirellone – Quanto alla possibilità che sia proprio Roberto Maroni a succedergli al Pirellone: “Maroni mi è piaciuto fino a quando ha mantenuto i patti in Regione – ha sottolineato polemico il governatore – Da quando non li ma mantenuti più non credo possa mettersi alla guida di una coalizione di centrodestra. Mi auguro che la Lega possa unirsi a noi nel sostenere il candidato del Pdl alla Regione Lombardia”.